Trattamento chirurgico: Tromboendarterectomia polmonare (PTE)
L’ipertensione polmonare cronica tromboembolica (IPCTE) è una grave condizione caratterizzata da pressione sanguigna elevata nei piccoli vasi sanguigni dei polmoni a causa di coaguli di sangue e cicatrici. Il trattamento primario e più efficace per l’IPCTE è una procedura chirurgica nota come tromboendarterectomia polmonare (PTE), detta anche endarterectomia polmonare (PEA). Questa procedura prevede la rimozione dei coaguli di sangue cronici dalle arterie polmonari, migliorando significativamente la condizione del paziente e potenzialmente curando la malattia[1][2].
Tuttavia, non tutti i pazienti sono candidati idonei per la PTE. Fattori come lesioni distali, comorbidità o ipertensione polmonare sproporzionata possono rendere alcuni pazienti inoperabili[3]. Per coloro che si sottopongono all’intervento, il processo di recupero prevede tipicamente un ricovero ospedaliero di una o due settimane, con terapia intensiva per due-quattro giorni[2].
Trattamento interventistico: Angioplastica polmonare con palloncino (BPA)
Per i pazienti che non sono candidati alla PTE, l’angioplastica polmonare con palloncino (BPA) offre un trattamento interventistico alternativo. Questa procedura utilizza piccoli palloncini per dilatare le arterie polmonari, riducendo la pressione arteriosa e alleggerendo il carico di lavoro sul cuore[1]. La BPA è particolarmente benefica per i pazienti con ostruzioni nei rami distali dei polmoni e può essere eseguita in più sessioni[2].
La BPA ha mostrato sostanziali miglioramenti nell’emodinamica polmonare e nella classe funzionale, rendendola un’opzione valida per i pazienti con IPCTE inoperabile[3].
Gestione medica: Farmaci e ossigenoterapia
Per i pazienti che non possono sottoporsi all’intervento chirurgico o che hanno un’ipertensione polmonare persistente post-chirurgica, la gestione medica è cruciale. Il riociguat, uno stimolatore della guanilato ciclasi solubile, è l’unico farmaco approvato dalla FDA specificamente per l’IPCTE. Ha dimostrato significativi miglioramenti nelle capacità funzionali e nell’emodinamica polmonare[3][5].
Inoltre, gli anticoagulanti sono comunemente prescritti per prevenire la formazione di nuovi coaguli di sangue, sia come trattamento primario che post-chirurgico[2]. L’ossigenoterapia può essere anche raccomandata per i pazienti che non ricevono un’adeguata ossigenazione[1].
Approccio multidisciplinare e piani di trattamento personalizzati
Viene spesso impiegato un approccio multidisciplinare per personalizzare i piani di trattamento alle esigenze individuali dei pazienti. Questo approccio mira ad alleviare i sintomi, ridurre la dipendenza dai farmaci e migliorare i tassi di sopravvivenza[5]. Il piano di trattamento può includere una combinazione di chirurgia, procedure interventistiche e gestione medica, a seconda della condizione specifica del paziente e della risposta al trattamento[4].