Questo studio riguarda il carcinoma della cervice uterina localmente avanzato ad alto rischio, una forma di tumore che colpisce il collo dell’utero e che si trova in uno stadio avanzato ma non ancora diffuso in altre parti del corpo. Si tratta di pazienti che presentano caratteristiche che indicano un rischio elevato di progressione della malattia o una risposta non ottimale dopo il trattamento standard. Lo studio prevede l’utilizzo di due farmaci: pembrolizumab, commercialmente noto come Keytruda, e lenvatinib. Il pembrolizumab รจ un tipo di farmaco che aiuta il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali, mentre il lenvatinib รจ un inibitore della tirosin chinasi, un medicinale che blocca alcuni segnali che permettono alle cellule tumorali di crescere e formarsi nuovi vasi sanguigni.
Lo scopo dello studio รจ valutare quanto tempo le pazienti rimangono libere dalla progressione della malattia dopo due anni dall’inizio del trattamento. Durante lo studio, le pazienti riceveranno prima il trattamento standard per questo tipo di tumore, che consiste in chemioradioterapia, cioรจ una combinazione di chemioterapia e radioterapia, seguita da brachiterapia, una forma di radioterapia interna guidata da risonanza magnetica. Durante questo trattamento standard, verrร somministrato anche il pembrolizumab per via endovenosa. Dopo circa otto settimane dal completamento della brachiterapia, le pazienti inizieranno a ricevere sia il pembrolizumab che il lenvatinib, quest’ultimo assunto per via orale sotto forma di capsule rigide.
Il trattamento con pembrolizumab puรฒ durare fino a ventiquattro mesi, mentre il lenvatinib puรฒ essere somministrato fino a dodici mesi. Durante tutto il periodo dello studio, le pazienti saranno monitorate attraverso controlli regolari e esami di imaging per valutare come il tumore risponde al trattamento e per verificare eventuali effetti indesiderati. Questo approccio combina il trattamento standard con farmaci innovativi che agiscono sul sistema immunitario e sulla crescita del tumore, con l’obiettivo di migliorare i risultati nelle pazienti con questa forma di tumore ad alto rischio.











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