La vasculopatia coroidale polipoide è una malattia oculare che può causare gravi problemi alla vista. Attualmente è in corso uno studio clinico che valuta l’efficacia del faricimab, un farmaco innovativo somministrato tramite iniezione intraoculare, per migliorare la visione nei pazienti affetti da questa condizione.
Studi clinici in corso sulla vasculopatia coroidale polipoide
La vasculopatia coroidale polipoide è una patologia caratterizzata dalla crescita anomala di vasi sanguigni sotto la retina, specificamente nello strato coroidale. Questa condizione porta alla formazione di strutture simili a polipi che possono perdere liquido o sanguinare, causando danni al tessuto retinico. Con il progredire della malattia, può verificarsi un gonfiore e un ispessimento della retina dovuto all’accumulo di liquidi, portando a un graduale declino della visione centrale.
Attualmente è disponibile 1 studio clinico attivo per questa patologia, che offre nuove opportunità terapeutiche ai pazienti affetti da vasculopatia coroidale polipoide.
Studio clinico disponibile
Studio sugli effetti del faricimab per pazienti caucasici con vasculopatia coroidale polipoide
Località: Italia, Portogallo, Spagna
Questo studio clinico si concentra sulla valutazione dell’efficacia e della sicurezza del faricimab (noto anche con il codice RO6867461) nel migliorare la visione nei pazienti affetti da vasculopatia coroidale polipoide. Il faricimab è una soluzione per iniezione che viene somministrata direttamente nell’occhio attraverso una procedura chiamata iniezione intravitreale.
Il farmaco funziona a livello molecolare bloccando proteine specifiche che contribuiscono alla crescita anomala dei vasi sanguigni e alle perdite di liquido nell’occhio. È classificato come inibitore dell’angiogenesi, il che significa che aiuta a prevenire la formazione di nuovi vasi sanguigni che possono causare problemi alla vista.
Criteri di inclusione principali
Per partecipare a questo studio, i pazienti devono soddisfare i seguenti requisiti:
- Età pari o superiore a 50 anni
- Etnia caucasica
- Diagnosi confermata di vasculopatia coroidale polipoide maculare sintomatica, dimostrata attraverso test di imaging specializzati
- Presenza di lesioni polipoidi maculari attive, evidenziate tramite angiografia con verde di indocianina (ICGA)
- Segni di liquido o sanguinamento nella macula, identificati attraverso vari test di imaging
- Punteggio di acuità visiva migliore corretta (BCVA) compreso tra 78 e 24 lettere, misurato con un test specifico su tabella oculistica
- Strutture oculari sufficientemente chiare e pupilla adeguatamente dilatata per acquisire immagini di buona qualità della retina
Criteri di esclusione principali
Non possono partecipare allo studio i pazienti che presentano:
- Qualsiasi altra malattia oculare che possa influire sulla visione
- Interventi chirurgici agli occhi negli ultimi 3 mesi
- Ipertensione arteriosa non controllata
- Storia di ictus o infarto miocardico negli ultimi 6 mesi
- Gravidanza o allattamento
- Allergia al farmaco in studio
- Partecipazione a un altro studio clinico
- Qualsiasi malattia grave che possa compromettere la capacità di partecipazione
Come si svolge lo studio
Lo studio prevede diverse fasi successive:
Visita iniziale: Durante la prima visita in clinica, un professionista sanitario confermerà l’idoneità in base a criteri specifici come età e condizione medica. Verrà condotto un esame oculistico dettagliato per garantire che l’occhio sia adatto allo studio.
Conferma della diagnosi: La diagnosi di vasculopatia coroidale polipoide verrà confermata utilizzando tecniche di imaging specializzate, identificando lesioni polipoidi maculari attive e caratteristiche essudative o emorragiche che interessano la macula.
Valutazione basale: Verrà eseguita una valutazione basale dell’acuità visiva migliore corretta (BCVA), che consiste nella lettura di lettere su una tabella da una distanza di 4 metri per determinare il livello attuale di visione.
Somministrazione del trattamento: Il trattamento prevede iniezioni di faricimab (Vabysmo 120 mg/mL) somministrate direttamente nell’occhio. La frequenza e la durata di queste iniezioni saranno determinate dal team sanitario in base alla risposta individuale e al protocollo dello studio.
Visite di follow-up: Verranno programmate visite di controllo regolari per monitorare i progressi e valutare l’efficacia del trattamento. Queste visite includeranno esami oculistici ripetuti e valutazioni della BCVA, con l’obiettivo di osservare eventuali cambiamenti nella visione e nelle condizioni dell’occhio nel tempo, in particolare alle settimane 40, 44 o 48.
Valutazione finale: Al termine dello studio, verrà condotta una valutazione finale per esaminare i risultati complessivi del trattamento, misurando i cambiamenti nella BCVA ed esaminando l’occhio per eventuali lesioni polipoidi o liquidi residui.
Lo studio monitorerà anche eventuali effetti collaterali, sia a livello oculare che sulla salute generale, per valutare la sicurezza del trattamento nel lungo termine.
Riepilogo
Attualmente è disponibile uno studio clinico per la vasculopatia coroidale polipoide, condotto in tre paesi europei: Italia, Portogallo e Spagna. Questo rappresenta un’importante opportunità per i pazienti caucasici di età pari o superiore a 50 anni che soffrono di questa condizione oculare.
Lo studio si concentra sul faricimab, un farmaco innovativo che agisce bloccando la crescita anomala dei vasi sanguigni nell’occhio. Il trattamento viene somministrato tramite iniezioni intraoculari regolari, con un monitoraggio attento dei risultati sulla visione e sulla sicurezza del farmaco.
L’obiettivo principale dello studio è determinare se il faricimab possa aiutare a mantenere o migliorare la visione nei pazienti affetti da vasculopatia coroidale polipoide, fornendo informazioni preziose per i trattamenti futuri di questa condizione. I pazienti interessati devono avere una diagnosi confermata della malattia con lesioni polipoidi attive e segni di accumulo di liquido o sanguinamento nella macula.
È importante notare che lo studio esclude pazienti con altre malattie oculari significative, recenti interventi chirurgici agli occhi, o condizioni mediche gravi non controllate, per garantire la sicurezza dei partecipanti e l’accuratezza dei risultati.










