La trombosi di innesto arterovenoso rappresenta una complicanza frequente nei pazienti sottoposti a emodialisi. Attualmente è in corso uno studio clinico che valuta l’efficacia di un nuovo farmaco, MK-2060, nella prevenzione di questa condizione. Ecco cosa sapere su questa sperimentazione.
Studi clinici in corso sulla trombosi di innesto arterovenoso
La trombosi di innesto arterovenoso è una complicanza che si verifica quando si forma un coagulo di sangue nell’innesto arterovenoso (AVG), ovvero la connessione creata chirurgicamente tra un’arteria e una vena utilizzata per l’accesso vascolare durante l’emodialisi. Questa condizione può compromettere seriamente l’efficacia del trattamento dialitico e richiedere interventi chirurgici per ripristinare o sostituire l’accesso vascolare.
I pazienti con malattia renale terminale (ESRD, End-Stage Renal Disease) che necessitano di emodialisi regolare sono particolarmente a rischio di sviluppare questa complicanza. La prevenzione della trombosi dell’innesto arterovenoso è quindi fondamentale per garantire la continuità e l’efficacia del trattamento dialitico.
Attualmente, nel database degli studi clinici è disponibile 1 studio relativo alla trombosi di innesto arterovenoso. Di seguito viene presentato in dettaglio questo studio, che sta valutando un approccio innovativo per prevenire la formazione di coaguli nell’innesto arterovenoso.
Studio clinico disponibile
Studio su MK-2060 per la prevenzione dei coaguli di sangue nei pazienti dializzati con malattia renale terminale
Localizzazione: Bulgaria, Repubblica Ceca, Cechia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Romania, Svezia
Questo studio clinico si concentra sui pazienti con malattia renale terminale (ESRD) che sono sottoposti a emodialisi. La sperimentazione sta valutando un nuovo trattamento chiamato MK-2060, che viene somministrato attraverso un’infusione endovenosa. L’obiettivo principale dello studio è determinare se MK-2060 può aiutare a prevenire la trombosi di innesto arterovenoso, una condizione che si verifica quando si forma un coagulo di sangue nell’innesto utilizzato per la dialisi, causando problemi al processo dialitico.
I partecipanti allo studio riceveranno in modo casuale o MK-2060 o un placebo. Lo studio confronterà il tempo necessario per la prima comparsa di trombosi di innesto arterovenoso tra i due gruppi. La sperimentazione monitorerà anche il numero di partecipanti che manifestano effetti collaterali, inclusi eventi emorragici maggiori o clinicamente rilevanti, e coloro che interrompono lo studio a causa di effetti avversi.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi confermata di malattia renale terminale (ESRD)
- Trattamento con emodialisi almeno 3 volte alla settimana
- Ogni sessione di emodialisi deve durare almeno 3 ore
- Presenza di un innesto arterovenoso (AVG) maturo, normalmente funzionante e non infetto
- Almeno il 75% delle sessioni di emodialisi deve soddisfare questi criteri nelle 4 settimane precedenti l’ingresso nello studio
- Per le donne in età fertile: impegno a utilizzare metodi contraccettivi durante lo studio e per almeno 90 giorni dopo l’ultima dose del farmaco
Criteri di esclusione principali:
- Allergia nota o reazioni avverse al farmaco in studio o ai suoi componenti
- Partecipazione attuale o recente (entro 30 giorni) ad un altro studio clinico
- Storia di disturbi della coagulazione o problemi emorragici
- Intervento chirurgico maggiore recente o programmato durante il periodo dello studio
- Malattia epatica grave
- Gravidanza o allattamento
- Storia di abuso di sostanze o alcol nell’ultimo anno
- Qualsiasi altra condizione medica che i ricercatori ritengano possa rendere non sicura la partecipazione
Come funziona MK-2060:
MK-2060 è un farmaco anticoagulante attualmente in fase 2 di sperimentazione clinica. Viene somministrato per via endovenosa, tipicamente durante le sessioni di emodialisi. A livello molecolare, MK-2060 agisce inibendo specifiche vie biologiche che portano alla formazione di coaguli di sangue, riducendo così il rischio di trombosi. L’obiettivo è migliorare gli esiti dell’accesso vascolare nei pazienti affetti.
Disegno dello studio:
Lo studio è progettato per essere in doppio cieco, il che significa che né i partecipanti né i ricercatori sapranno chi sta ricevendo MK-2060 o il placebo, per garantire risultati imparziali. I partecipanti saranno seguiti per un determinato periodo di tempo, durante il quale riceveranno il trattamento e saranno monitorati per eventuali cambiamenti nelle loro condizioni. L’endpoint primario è il tempo alla prima occorrenza di trombosi di innesto arterovenoso.
Riepilogo
Attualmente è disponibile un unico studio clinico specificamente dedicato alla trombosi di innesto arterovenoso, che rappresenta una delle principali complicanze nei pazienti con malattia renale terminale sottoposti a emodialisi. Lo studio sta valutando MK-2060, un nuovo farmaco anticoagulante che potrebbe rappresentare un’importante innovazione nella prevenzione di questa condizione.
Questa sperimentazione è particolarmente rilevante perché:
- Si concentra su una complicanza frequente che può compromettere significativamente la qualità di vita dei pazienti dializzati
- Valuta un approccio farmacologico innovativo (MK-2060) specificamente progettato per prevenire la trombosi dell’innesto
- È condotta in modalità doppio cieco, garantendo la qualità e l’affidabilità dei risultati
- Include pazienti provenienti da diversi paesi europei, tra cui l’Italia, aumentando la possibilità di partecipazione per i pazienti italiani
- Monitora attentamente sia l’efficacia sia la sicurezza del farmaco, includendo la valutazione degli eventi emorragici
Per i pazienti con malattia renale terminale che soffrono di episodi ricorrenti di trombosi dell’innesto arterovenoso, questa sperimentazione potrebbe rappresentare un’opportunità importante per accedere a un trattamento innovativo. Tuttavia, è fondamentale discutere con il proprio nefrologo l’idoneità alla partecipazione e valutare attentamente i criteri di inclusione ed esclusione.
La ricerca su questa condizione è fondamentale per migliorare la gestione dell’accesso vascolare nei pazienti dializzati e ridurre la necessità di interventi chirurgici ripetuti per ripristinare o sostituire l’innesto. I risultati di questo studio potrebbero potenzialmente portare a migliori strategie di prevenzione e a un’esperienza di trattamento complessivamente migliorata per i pazienti con ESRD.










