Stenosi della arteria carotide – Studi clinici

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La stenosi della arteria carotide è una condizione caratterizzata dal restringimento delle arterie carotidi, i principali vasi sanguigni che forniscono sangue al cervello. Attualmente sono in corso 3 studi clinici che stanno valutando nuovi approcci terapeutici per questa patologia, concentrandosi sulla stabilizzazione e riduzione della placca aterosclerotica.

Studi clinici in corso sulla stenosi della arteria carotide

La stenosi della arteria carotide rappresenta una condizione seria in cui le arterie carotidi, responsabili dell’apporto di sangue al cervello, si restringono a causa dell’accumulo di depositi grassi chiamati placche. Questa condizione può aumentare il rischio di ictus e altri eventi cardiovascolari. Attualmente, la ricerca medica sta esplorando diversi approcci terapeutici per gestire e trattare questa patologia attraverso studi clinici controllati.

In questo articolo presentiamo i 3 studi clinici attualmente disponibili che stanno valutando nuove opzioni di trattamento per pazienti con stenosi della arteria carotide. Questi studi includono terapie farmacologiche innovative e approcci sperimentali che mirano a stabilizzare le placche aterosclerotiche e migliorare gli esiti per i pazienti.

Studi clinici disponibili

Studio sulla stenosi carotidea: valutazione di evolocumab per la stabilizzazione e la regressione della placca in pazienti con restringimento dell’arteria carotide

Localizzazione: Italia

Questo studio clinico si concentra sulla valutazione degli effetti di evolocumab (noto anche con il codice AMG145), un farmaco iniettabile che viene testato per verificare se può aiutare a stabilizzare e ridurre l’accumulo di placca nelle arterie carotidi. L’obiettivo principale è determinare se evolocumab, quando aggiunto alla terapia ipolipemizzante (LLT) in corso, sia più efficace della sola LLT nel stabilizzare e ridurre la placca carotidea.

Lo studio ha una durata di 12 mesi e monitora i partecipanti in due momenti chiave: a 6 mesi, i ricercatori valuteranno se la placca è diventata più stabile, con meno ulcerazioni e una forma più regolare; a 12 mesi, verificheranno se c’è stata una riduzione del restringimento arterioso.

Criteri di inclusione principali: I pazienti devono avere una stenosi carotidea di almeno il 50%, livelli di colesterolo LDL-C di 100 mg/dL o superiori nonostante la terapia ipolipemizzante massimale, e non devono presentare sintomi correlati alla stenosi carotidea. Lo studio è aperto ad adulti di età pari o superiore a 18 anni.

Criteri di esclusione principali: Non possono partecipare pazienti con allergie note al farmaco in studio, donne in gravidanza o allattamento, persone con malattie epatiche o renali gravi, pressione alta non controllata, o coloro che hanno subito interventi chirurgici importanti di recente.

Evolocumab viene somministrato tramite iniezione, sia per via endovenosa che sottocutanea, e funziona a livello molecolare inibendo una proteina chiamata PCSK9, aumentando la capacità del fegato di rimuovere il colesterolo LDL dal sangue.

Studio sugli effetti di omalizumab sulla stenosi dell’arteria carotide in pazienti sottoposti a endoarteriectomia carotidea

Localizzazione: Paesi Bassi

Questo studio clinico sta valutando gli effetti di omalizumab (noto anche come IGE-025A) nei pazienti con stenosi dell’arteria carotide che si sottopongono a endoarteriectomia carotidea. Omalizumab è un anticorpo monoclonale somministrato tramite iniezione che mira a inibire l’attivazione dei mastociti, cellule che svolgono un ruolo nell’infiammazione e nelle reazioni allergiche.

Lo scopo dello studio è determinare se un breve ciclo di trattamento con omalizumab possa ridurre l’attivazione dei mastociti all’interno delle placche aterosclerotiche. I ricercatori monitoreranno vari parametri di salute, inclusi i livelli di alcune cellule immunitarie e proteine nel sangue e nelle placche stesse, per valutare l’impatto del trattamento sull’infiammazione.

Criteri di inclusione principali: I pazienti devono avere almeno 18 anni, essere in grado di fornire il consenso informato e avere una stenosi dell’arteria carotide di almeno il 50% per cui è programmata una rivascolarizzazione tramite endoarteriectomia carotidea.

Criteri di esclusione: Lo studio esclude pazienti che non rientrano nella fascia di età specificata o che sono considerati parte di una popolazione vulnerabile, cioè gruppi che potrebbero essere a maggior rischio di danno o sfruttamento.

Omalizumab viene somministrato come iniezione intramuscolare utilizzando il prodotto Xolair (soluzione da 150 mg in siringa preriempita). A livello molecolare, funziona legandosi agli anticorpi immunoglobulina E (IgE), impedendo loro di attaccarsi ai mastociti e ai basofili, riducendo così le risposte allergiche e l’infiammazione.

Studio sugli effetti dello xenon e dell’ossigeno sul danno cerebrale e il recupero in pazienti con emorragia subaracnoidea aneurismatica in terapia intensiva

Localizzazione: Finlandia

Questo studio clinico si concentra sugli effetti del gas xenon nei pazienti che hanno subito un’emorragia subaracnoidea aneurismatica, una condizione che si verifica quando un vaso sanguigno sulla superficie del cervello si rompe, causando sanguinamento nello spazio attorno al cervello. Lo studio mira a esplorare se lo xenon possa aiutare a proteggere il cervello e migliorare il recupero dopo un tale evento.

I pazienti riceveranno xenon attraverso l’inalazione, respirandolo come gas. L’obiettivo è investigare i potenziali benefici dello xenon nel ridurre il danno cerebrale e migliorare gli esiti neurologici e i tassi di sopravvivenza. Durante lo studio, i partecipanti verranno monitorati per i cambiamenti nella sostanza bianca del cervello, che è la parte del cervello che aiuta nella comunicazione tra diverse regioni cerebrali.

Criteri di inclusione principali: È necessario ottenere il consenso informato dal parente più prossimo o dal rappresentante legale. Il paziente deve avere un’emorragia subaracnoidea aneurismatica visibile all’angiografia TC o all’angiografia a sottrazione digitale, con un livello di coscienza deteriorato (Hunt-Hess grado 3-5), avere almeno 18 anni, essere intubato e avere un punteggio sulla scala di Glasgow (GCS) di 3-12. Il trattamento con xenon deve poter iniziare entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi.

Criteri di esclusione principali: Non possono partecipare pazienti con infezioni gravi non controllate, problemi cardiaci severi, ictus nei 6 mesi precedenti, malattie epatiche o renali gravi, donne in gravidanza o allattamento, allergie note allo xenon, o coloro che stanno partecipando ad altri studi clinici.

Lo xenon viene somministrato come gas inalato, tipicamente attraverso un ventilatore in ambiente ospedaliero. A livello molecolare, si ritiene che lo xenon funzioni bloccando determinati recettori nel cervello coinvolti nella morte cellulare, aiutando così a preservare la funzione cerebrale.

Riepilogo

Gli studi clinici attualmente in corso sulla stenosi della arteria carotide e condizioni correlate rappresentano importanti avanzamenti nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche. Due degli studi si concentrano specificamente sulla stenosi carotidea, valutando farmaci innovativi come evolocumab e omalizumab, che mirano a stabilizzare e ridurre le placche aterosclerotiche attraverso meccanismi molecolari diversi.

È interessante notare che questi studi adottano approcci complementari: evolocumab agisce riducendo i livelli di colesterolo LDL attraverso l’inibizione della proteina PCSK9, mentre omalizumab mira a ridurre l’infiammazione nelle placche attraverso l’inibizione dell’attività dei mastociti. Entrambi gli approcci rappresentano strategie promettenti per prevenire la progressione della stenosi carotidea e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.

Il terzo studio, sebbene si concentri sull’emorragia subaracnoidea aneurismatica piuttosto che sulla stenosi carotidea in senso stretto, è rilevante perché entrambe le condizioni coinvolgono i vasi sanguigni cerebrali e il rischio di danno neurologico. L’uso dello xenon come agente neuroprotettivo rappresenta un approccio innovativo che potrebbe avere implicazioni più ampie per la protezione cerebrale in varie condizioni vascolari.

Per i pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi, è importante discutere con il proprio medico curante per determinare l’idoneità e comprendere appieno i potenziali benefici e rischi della partecipazione. La ricerca clinica è fondamentale per sviluppare nuove terapie che possano migliorare la qualità di vita e gli esiti per i pazienti con stenosi carotidea e altre patologie vascolari cerebrali.

Studi clinici in corso su Stenosi della arteria carotide

  • Lo studio non è ancora iniziato

    Studio sull’efficacia di evolocumab per la stabilizzazione e regressione della placca carotidea nei pazienti con stenosi carotidea

    Non ancora in reclutamento

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    Lo studio clinico si concentra sulla stenosi carotidea, una condizione in cui le arterie carotidee, che forniscono sangue al cervello, si restringono a causa dell’accumulo di placca. Questo può aumentare il rischio di ictus. Il trattamento in esame è l’evolocumab, noto anche come AMG145, un farmaco somministrato tramite iniezione. Evolocumab è già utilizzato per abbassare…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Italia
  • Lo studio non è ancora iniziato

    Studio sull’uso di omalizumab per pazienti con stenosi dell’arteria carotide

    Non in reclutamento

    3 1 1

    Lo studio si concentra sulla stenosi dell’arteria carotide, una condizione in cui le arterie che portano il sangue al cervello si restringono a causa dell’accumulo di placche. Questo restringimento può aumentare il rischio di ictus. Il trattamento in esame utilizza un farmaco chiamato omalizumab, noto anche come Xolair, che è una soluzione per iniezione. Omalizumab…

    Farmaci indagati:
    Paesi Bassi