Perdere un dente permanente in età adulta non è solo una questione estetica—può scatenare una serie di problemi di salute orale che influenzano tutto, dal modo in cui mangi e parli alla struttura della mandibola e alla posizione dei denti rimanenti.
Perché è importante trattare la perdita dei denti negli adulti
Quando si perde un dente durante l’infanzia, è una tappa naturale della crescita celebrata con le visite della fatina dei dentini. Ma quando un adulto perde un dente permanente, significa che qualcosa non va. Negli Stati Uniti, circa 178 milioni di adulti hanno perso almeno un dente, e circa 40 milioni hanno perso tutti i denti[1]. Questo problema diffuso colpisce persone di tutte le età, anche se diventa più comune con l’avanzare degli anni.
Il trattamento della perdita dei denti si concentra su obiettivi fondamentali: ripristinare la funzione masticatoria, prevenire ulteriori problemi di salute orale, mantenere la struttura ossea della mandibola e migliorare la qualità della vita. Le conseguenze di un dente mancante vanno ben oltre il vuoto nel sorriso. I denti mancanti possono portare a scelte alimentari scorrette, bassa autostima, difficoltà a parlare chiaramente e una qualità di vita complessivamente ridotta[2].
L’approccio terapeutico dipende da diversi fattori: il numero di denti persi, lo stato di salute generale del paziente, la qualità dell’osso mascellare e le preferenze individuali. Esistono trattamenti standard approvati dalle società odontoiatriche—come impianti dentali, ponti e protesi—che hanno dimostrato efficacia nel corso di decenni. Parallelamente, la ricerca continua a esplorare nuove terapie, inclusi approcci rigenerativi che potrebbero un giorno permettere la ricrescita dei denti[3].
Quando un dente manca, i denti circostanti possono spostarsi per riempire lo spazio, creando problemi di allineamento e di masticazione. L’osso mascellare in quell’area inizia a deteriorarsi senza la stimolazione che riceveva dalla radice del dente, un processo chiamato riassorbimento osseo. Con il tempo, questa perdita ossea può cambiare la forma del viso e creare un aspetto infossato[1].
L’impatto psicologico può essere significativo quanto i cambiamenti fisici. Molte persone che perdono denti iniziano a evitare situazioni sociali, smettono di sorridere e si ritirano da attività che prima apprezzavano. Questo isolamento sociale può contribuire a depressione e ansia, creando un ciclo in cui i problemi di salute orale influenzano il benessere mentale[28].
Trattamenti standard per la sostituzione dei denti mancanti
Una volta perso un dente, sostituirlo diventa fondamentale per prevenire ulteriori problemi di salute orale. Senza sostituzione, si affrontano rischi maggiori di perdita di altri denti, deterioramento osseo, spostamento dei denti e problemi di masticazione. I dentisti dispongono di diversi metodi consolidati per ripristinare i denti mancanti, ognuno con vantaggi specifici a seconda del numero di denti mancanti e della salute orale generale del paziente.
Impianti dentali
Gli impianti dentali rappresentano la soluzione più avanzata e duratura per la sostituzione dei denti. Un impianto consiste in una vite di titanio che viene inserita chirurgicamente nell’osso mascellare, dove agisce come una radice dentale artificiale. Dopo il posizionamento dell’impianto, l’osso e i tessuti circostanti hanno bisogno di diversi mesi per guarire e fondersi con il titanio attraverso un processo chiamato osteointegrazione. Una volta completata la guarigione, una corona in porcellana viene attaccata all’impianto, creando un dente sostitutivo che ha l’aspetto, la sensazione e la funzione di un dente naturale[1].
Il vantaggio principale degli impianti dentali è che stimolano l’osso mascellare proprio come fanno le radici dentali naturali, prevenendo la perdita ossea e mantenendo la struttura facciale. Gli impianti possono sostituire un singolo dente, più denti o persino supportare protesi complete per persone che hanno perso tutti i denti. Sono l’opzione più duratura disponibile, spesso durano decenni o addirittura tutta la vita con la cura adeguata[1].
Tuttavia, gli impianti dentali richiedono un volume osseo adeguato per avere successo. I pazienti che hanno già sperimentato una significativa perdita ossea potrebbero aver bisogno di una procedura di innesto osseo prima del posizionamento dell’impianto. Questo aggiunge tempo e costi al trattamento. Inoltre, le persone con determinate condizioni croniche, malattia gengivale attiva o sistemi immunitari compromessi potrebbero non essere candidati ideali per gli impianti senza un trattamento aggiuntivo preventivo. Il costo degli impianti dentali è superiore rispetto ad altre opzioni di sostituzione, anche se molti pazienti considerano l’investimento valido data la loro longevità e funzionalità[14].
La durata del trattamento con impianti si estende generalmente su diversi mesi. Dopo l’intervento chirurgico iniziale, è necessario un periodo di guarigione di 3-6 mesi per permettere l’osteointegrazione. Durante questo tempo, i pazienti possono indossare una protesi temporanea. Una volta che l’impianto è integrato, viene fissata la corona permanente. Il processo richiede pazienza ma offre risultati a lungo termine superiori.
Ponti dentali
Un ponte dentale è una soluzione tradizionale per sostituire da uno a tre denti mancanti consecutivi. Il ponte consiste in uno o più denti artificiali (chiamati ponti intermedi) che sono fusi a corone su entrambi i lati. Per posizionare un ponte, il dentista prepara i denti naturali su entrambi i lati dello spazio rimuovendo parte della struttura dentale, quindi cementa il ponte in posizione. Le corone si adattano su questi denti di supporto e il dente o i denti artificiali riempiono lo spazio tra loro[1].
I ponti offrono tempi di trattamento più rapidi rispetto agli impianti poiché non richiedono chirurgia o mesi di guarigione. Ripristinano la capacità di masticare correttamente e mantengono l’aspetto di un sorriso completo. In media, i ponti dentali durano tra cinque e quindici anni, a seconda dell’igiene orale e delle forze esercitate su di essi durante la masticazione[1].
Il principale svantaggio dei ponti è che la struttura dentale sana deve essere rimossa dai denti adiacenti per supportare il ponte. Questi denti di supporto sopportano anche forze masticatorie aggiuntive, che possono portare a problemi nel tempo. A differenza degli impianti, i ponti non prevengono la perdita ossea nell’area dove mancano i denti. Una variante chiamata ponte Maryland utilizza sottili strisce metalliche o ceramiche incollate sul retro dei denti adiacenti, preservando maggiormente la struttura dentale naturale, ma questo design è tipicamente adatto solo per sostituire i denti anteriori dove le forze masticatorie sono più leggere[14].
I ponti dentali richiedono una buona igiene orale per mantenere la loro durata. È particolarmente importante pulire accuratamente sotto il ponte e attorno ai denti di supporto. L’uso di filo interdentale speciale o spazzolini interprossimali aiuta a prevenire la carie nei denti di supporto, che potrebbe compromettere l’intero ponte.
Protesi dentali
Le protesi sono apparecchi rimovibili che possono sostituire più denti mancanti o un’intera arcata di denti. Le protesi parziali sostituiscono diversi denti mancanti nella mascella superiore o inferiore, mentre le protesi complete sostituiscono tutti i denti in una o entrambe le arcate. Le protesi tradizionali poggiano sulle gengive e sono tenute in posizione da aspirazione e adesivi dentali. Consistono in denti artificiali attaccati a una base acrilica progettata per sembrare tessuto gengivale naturale[1].
Le protesi offrono un’opzione meno costosa per la sostituzione dei denti e non richiedono chirurgia. Possono migliorare significativamente la capacità di mangiare e parlare rispetto al non avere affatto denti. Le protesi moderne sono più comode e dall’aspetto naturale rispetto alle versioni più vecchie. In media, le protesi durano da sette a dieci anni prima di necessitare sostituzione[1].
Tuttavia, le protesi tradizionali hanno limitazioni. Forniscono meno forza masticatoria rispetto ai denti naturali o agli impianti, il che può limitare le scelte alimentari. Poiché poggiano sulle gengive anziché essere ancorate nell’osso, possono scivolare o diventare scomode. Le protesi tradizionali non prevengono la perdita ossea; infatti, la mandibola continua a ridursi nel tempo, il che significa che le protesi potrebbero aver bisogno di regolazioni periodiche o sostituzione per mantenere la vestibilità corretta. Alcune persone trovano scomoda la routine quotidiana di rimozione e pulizia, e le preoccupazioni che le protesi possano scivolare possono causare ansia sociale[19].
Un’alternativa sono le protesi supportate da impianti, che combinano la copertura delle protesi con la stabilità degli impianti dentali. Appena quattro impianti per arcata possono fissare una protesi completa, fornendo una stabilità e una forza masticatoria molto migliori rispetto alle protesi tradizionali pur offrendo la comodità di essere rimovibili per la pulizia[1].
Le protesi richiedono un periodo di adattamento. I pazienti devono abituarsi alla sensazione di avere l’apparecchio in bocca e imparare a mangiare e parlare con esso. Inizialmente, è consigliabile consumare cibi morbidi e tagliati in piccoli pezzi. Con il tempo, la maggior parte delle persone si adatta completamente, anche se alcuni alimenti particolarmente duri o appiccicosi potrebbero rimanere difficili da mangiare.
Approcci terapeutici innovativi in fase di studio
Sebbene le fonti fornite non contengano informazioni su trattamenti sperimentali specifici o studi clinici per la perdita dei denti, vale la pena notare che il campo dell’odontoiatria continua a evolversi. La ricerca sulla rigenerazione dentale utilizzando cellule staminali rappresenta un’area di studio in corso, anche se i metodi attuali rimangono concentrati sulle opzioni di sostituzione consolidate descritte sopra[3].
La rigenerazione dentale mira a stimolare la crescita di nuovo tessuto dentale utilizzando le capacità naturali del corpo. I ricercatori stanno esplorando modi per utilizzare le cellule staminali per far crescere nuovi denti o rigenerare parti danneggiate dei denti esistenti. Questo campo promettente potrebbe un giorno offrire alternative ai metodi di sostituzione tradizionali, permettendo ai pazienti di far ricrescere i propri denti biologici.
Qualsiasi sviluppo futuro nell’odontoiatria rigenerativa dovrebbe passare attraverso estesi test clinici prima di diventare disponibile per i pazienti. Gli studi clinici per tali terapie dovrebbero valutare la sicurezza nella Fase I, l’efficacia nella Fase II e confrontare i risultati con i trattamenti standard nella Fase III. I pazienti interessati a partecipare a studi clinici futuri dovrebbero discutere le opzioni con il proprio dentista e verificare se soddisfano i criteri di idoneità.
Prevenire la perdita dei denti: cosa funziona davvero
La buona notizia è che la perdita dei denti negli adulti è in gran parte prevenibile. Una combinazione di buona igiene orale a casa, cure dentistiche professionali regolari e scelte di vita sane può aiutarti a mantenere i tuoi denti naturali per tutta la vita.
Spazzolare due volte al giorno con dentifricio al fluoro è fondamentale. Il fluoro rafforza lo smalto dentale e aiuta a prevenire la carie. Passare il filo interdentale una volta al giorno rimuove la placca e le particelle di cibo da tra i denti e lungo il bordo gengivale, aree dove lo spazzolino non può raggiungere efficacemente. Queste semplici abitudini quotidiane prevengono l’accumulo di placca che porta sia alla carie che alla malattia gengivale[2].
Le cure dentistiche professionali sono altrettanto importanti. Anche con un’eccellente cura domiciliare, la placca può indurirsi in tartaro, che solo un professionista dentale può rimuovere. Le pulizie regolari—tipicamente ogni sei mesi—mantengono denti e gengive sani. Queste visite permettono anche ai dentisti di rilevare problemi come carie precoci o gengivite prima che diventino abbastanza gravi da minacciare la perdita dei denti. Il trattamento precoce dei problemi dentali è molto più efficace e meno costoso rispetto al trattamento di malattie avanzate[2].
Le scelte di vita giocano un ruolo significativo nel mantenimento dei denti. Smettere di fumare o di usare tabacco riduce drasticamente il rischio di malattia gengivale e perdita dei denti. Il fumo è uno dei principali contributori alla perdita dei denti, e gli studi mostrano che quando le persone smettono di fumare, il loro rischio di perdita dei denti diminuisce[3]. Limitare cibi e bevande ricchi di zuccheri aggiunti aiuta a prevenire la carie dentale, poiché i batteri si nutrono di zucchero e producono acidi che danneggiano i denti. Seguire una dieta equilibrata con adeguato calcio e vitamina D supporta denti e ossa forti[2].
Per le persone che praticano sport di contatto, indossare un paradenti adeguatamente adattato protegge i denti da lesioni traumatiche. Coloro che digrignano i denti di notte possono beneficiare di un bite notturno, che previene l’usura eccessiva e potenziali fratture[3].
La gestione delle condizioni di salute croniche contribuisce anche al mantenimento dei denti. Le persone con diabete dovrebbero lavorare con i loro medici per mantenere i livelli di zucchero nel sangue ben controllati, poiché il diabete non gestito (con emoglobina glicata costantemente superiore a 7%) aumenta significativamente il rischio di malattia gengivale e perdita dei denti[1].
L’accesso alle cure dentistiche rimane una sfida per molti. La perdita dei denti si verifica più frequentemente tra le persone con redditi più bassi, minore istruzione e coloro che vivono in aree rurali[4]. La perdita completa dei denti era circa tre volte più comune tra gli adulti anziani con meno di un’istruzione secondaria rispetto a quelli con maggiore istruzione[2]. Affrontare queste disparità richiede sforzi più ampi per rendere le cure dentistiche accessibili e convenienti per tutte le popolazioni.
Cause principali della perdita dei denti
La causa principale della perdita dei denti negli adulti è la malattia gengivale, nota anche come malattia parodontale. Questa condizione inizia quando i batteri nella placca si accumulano lungo il bordo gengivale, causando un’infiammazione chiamata gengivite. Se non trattata, l’infezione si diffonde sotto il bordo gengivale e inizia a distruggere l’osso e il tessuto che sostengono i denti. Circa il 70% degli adulti di 65 anni e oltre ha qualche forma di malattia parodontale[4]. Man mano che la malattia progredisce verso la parodontite, le gengive si ritirano dai denti, creando tasche dove più batteri possono accumularsi. Alla fine, le strutture di supporto diventano così danneggiate che i denti si allentano e cadono[2].
La carie dentale è un altro importante contributore alla perdita dei denti. Quando le carie non vengono trattate tempestivamente, la carie continua a intaccare la struttura del dente. I batteri possono raggiungere la polpa interna del dente, causando infezione e indebolendo l’intero dente. Senza intervento, il dente può rompersi o dover essere rimosso[2]. Pratiche di igiene orale scarse, una dieta ricca di zuccheri e controlli dentistici irregolari contribuiscono tutti allo sviluppo di carie che possono alla fine risultare nella perdita dei denti.
Le lesioni traumatiche da incidenti, cadute o sport possono causare perdita immediata dei denti o danni così gravi che il dente non può essere salvato. Che si tratti di un incidente d’auto, una caduta o un contatto durante attività atletiche, il trauma può far saltare completamente i denti o fratturarli oltre ogni possibilità di riparazione[1]. In alcuni casi, anche se un dente appare intatto dopo un infortunio, i danni alla radice o alla polpa possono portare a problemi che alla fine richiedono l’estrazione.
Altri fattori che aumentano il rischio di perdita dei denti includono il digrignamento dei denti (bruxismo), che esercita una pressione eccessiva sui denti e può causare fratture; alcune malattie autoimmuni come la sindrome di Sjögren che riducono la produzione di saliva; cambiamenti ormonali come la menopausa; farmaci che causano secchezza delle fauci; e diabete gestito in modo inadeguato. Fumare e svapare sono particolarmente dannosi, aumentando significativamente il rischio sia di malattia gengivale che di perdita dei denti[1].
La ricerca mostra una forte connessione tra condizioni di salute croniche e perdita dei denti. Gli adulti di 50 anni e oltre con condizioni come diabete, malattie cardiache, enfisema, asma, artrite reumatoide o una storia di ictus sperimentano la perdita dei denti a tassi almeno del 50% superiori rispetto a quelli senza queste condizioni[2]. La relazione tra diabete e malattia parodontale è particolarmente ben stabilita, con ciascuna condizione che influisce sull’altra in modo bidirezionale[4].
Metodi di trattamento più comuni
- Impianti dentali
- Vite di titanio inserita chirurgicamente nell’osso mascellare per sostituire la radice del dente
- Corona in porcellana attaccata all’impianto dopo un periodo di guarigione di 3-6 mesi
- Possono sostituire un singolo dente, più denti o supportare protesi complete
- Prevengono la perdita ossea stimolando l’osso mascellare come la radice di un dente naturale
- Opzione più duratura, che dura decenni con la cura adeguata
- Richiedono un volume osseo adeguato; potrebbe essere necessario un innesto osseo prima
- Ponti dentali
- Denti artificiali fusi a corone che si adattano sui denti naturali adiacenti
- Sostituiscono da uno a tre denti mancanti consecutivi
- I denti adiacenti devono essere preparati rimuovendo parte della struttura
- Durata media di 5-15 anni
- La variante del ponte Maryland utilizza sottili strisce incollate sul retro dei denti adiacenti per la sostituzione dei denti anteriori
- Non prevengono la perdita ossea nell’area del dente mancante
- Protesi tradizionali
- Apparecchi rimovibili con denti artificiali su base acrilica
- Le protesi parziali sostituiscono diversi denti mancanti
- Le protesi complete sostituiscono l’intera arcata di denti
- Tenute in posizione da aspirazione e adesivi dentali
- Durata media di 7-10 anni
- Meno costose degli impianti ma forniscono meno forza masticatoria
- Non prevengono il deterioramento dell’osso mascellare
- Protesi supportate da impianti
- Combinano la stabilità degli impianti con la copertura delle protesi
- Appena quattro impianti per arcata fissano una protesi completa
- Forniscono migliore stabilità e forza masticatoria rispetto alle protesi tradizionali
- Possono essere progettate come rimovibili o fisse
- Aiutano a prevenire la perdita ossea offrendo una sostituzione dentale completa











