Comprendere l’epilessia mioclono-astatica (Sindrome di Doose)
L’epilessia mioclono-astatica (MAE), nota anche come sindrome di Doose, è una forma rara di epilessia che tipicamente inizia nella prima infanzia, tra i 7 mesi e i 6 anni, con un picco di insorgenza tra i 2 e i 4 anni[6]. Questa condizione è caratterizzata da crisi generalizzate, causate da un’attività elettrica anomala su entrambi i lati del cervello[2]. Le crisi associate alla sindrome di Doose possono essere difficili da gestire e attualmente non esiste una cura[2]. Tuttavia, varie strategie di trattamento possono aiutare a ridurre la frequenza e la gravità delle crisi, migliorando la qualità della vita dei bambini colpiti[2].
Opzioni farmacologiche per la gestione delle crisi
I farmaci sono spesso la prima linea di trattamento per gestire le crisi nei bambini con sindrome di Doose. La scelta del farmaco dipende dal tipo di crisi che il bambino manifesta. I farmaci antiepilettici (FAE) comunemente utilizzati includono:
- Acido valproico (Depakote): Efficace per le contrazioni miocloniche, le crisi atoniche e le assenze[6].
- Lamotrigina (Lamictal): Spesso usata in combinazione con l’acido valproico[6].
- Levetiracetam (Keppra): Un’altra opzione per le crisi generalizzate[5].
- Etosuccimide: Utilizzato per le crisi di assenza[1].
- Clobazam e Felbamate: Opzioni aggiuntive per specifici tipi di crisi[1].
In alcuni casi, può essere necessaria una combinazione di questi farmaci per ottenere un controllo parziale delle crisi[2]. Tuttavia, alcuni farmaci, come la carbamazepina e la fenitoina, dovrebbero essere evitati poiché possono peggiorare i tipi di crisi nella MAE[1].
Terapia dietetica: Dieta chetogenica e dieta Atkins modificata
La terapia dietetica, in particolare la dieta chetogenica, è spesso considerata un trattamento altamente efficace per la sindrome di Doose, specialmente nei casi resistenti ai farmaci[3]. La dieta chetogenica è ricca di grassi e povera di carboidrati, e può aiutare a ridurre la frequenza delle crisi e prevenire i ritardi nello sviluppo[4]. La dieta Atkins modificata è un altro approccio dietetico che ha dimostrato efficacia nel controllo delle crisi[6]. In uno studio, l’83% dei pazienti ha sperimentato una riduzione delle crisi del 50% o più, e il 47% è diventato libero da crisi con la dieta Atkins modificata[6].
Trattamenti alternativi e terapie di emergenza
Oltre ai farmaci e alla terapia dietetica, possono essere considerati altri trattamenti per gestire le crisi nella sindrome di Doose. I farmaci steroidei, come l’ormone adrenocorticotropo (ACTH), sono stati benefici per alcuni bambini[5]. La stimolazione del nervo vago (VNS) è stata utilizzata, sebbene la sua efficacia sia variabile[1]. In casi di emergenza epilettica, possono essere somministrate terapie di emergenza come il gel rettale di diazepam (Diastat) o benzodiazepine intranasali[1].
Risultati e prognosi
I risultati per i bambini con sindrome di Doose possono variare significativamente. Circa due terzi dei bambini possono eventualmente smettere di avere crisi e non richiedere più trattamento medico[2]. Il trattamento precoce e aggressivo può migliorare i risultati, permettendo ad alcuni bambini di recuperare lo sviluppo una volta che l’attività epilettica è ridotta[4]. Tuttavia, alcuni bambini possono continuare a sperimentare crisi frequenti e ritardi nello sviluppo[2].