La leucemia acuta a tipo cellulare T è una forma aggressiva di tumore del sangue per la quale sono attualmente in corso diversi studi clinici innovativi. Questo articolo presenta 6 studi clinici in corso che testano nuove terapie, in particolare terapie cellulari CAR-T e anticorpi monoclonali, per i pazienti con malattia recidivata o refrattaria.
Studi clinici in corso per la leucemia acuta a tipo cellulare T
La leucemia acuta a tipo cellulare T (T-ALL) e il linfoma linfoblastico acuto a cellule T (T-LL) sono forme aggressive di tumori del sangue che colpiscono i linfociti T, un tipo di globuli bianchi fondamentali per il sistema immunitario. Quando queste cellule diventano cancerose, si moltiplicano in modo incontrollato nel midollo osseo e possono diffondersi ad altri organi. Per i pazienti la cui malattia è recidivata dopo il trattamento iniziale o che non hanno risposto alle terapie standard, la ricerca clinica sta sviluppando nuove opzioni terapeutiche promettenti.
Attualmente sono disponibili 6 studi clinici che offrono accesso a trattamenti innovativi per questa condizione. Questi studi testano principalmente terapie cellulari avanzate, come le cellule CAR-T, che utilizzano il sistema immunitario del paziente per combattere il cancro, e anticorpi monoclonali che colpiscono specifiche proteine sulle cellule tumorali.
Terapie cellulari CAR-T in sperimentazione
Studio del trattamento CART84 per pazienti adulti con leucemia mieloide acuta e leucemia linfoblastica acuta a cellule T recidivata o refrattaria
Localizzazione: Spagna
Questo studio innovativo testa il CART84, una terapia cellulare personalizzata che utilizza le cellule immunitarie del paziente modificate in laboratorio per riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Lo studio è rivolto a pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (LMA) e leucemia linfoblastica acuta a cellule T che non hanno risposto ai trattamenti precedenti o hanno avuto una recidiva.
I criteri di inclusione principali richiedono che i pazienti abbiano almeno 18 anni, presentino almeno il 5% di cellule leucemiche nel midollo osseo o nel sangue, e che le loro cellule tumorali esprimano la proteina CD84. È inoltre necessario disporre di un donatore di cellule staminali (familiare o non correlato) per un eventuale trapianto tra 30 e 90 giorni dopo il trattamento CART84. I pazienti devono avere una buona funzionalità degli organi vitali, inclusi reni, fegato, polmoni e cuore, con livelli di ossigeno nel sangue superiori al 92% respirando aria ambiente.
Durante lo studio, i pazienti riceveranno le cellule CART84 attraverso un’infusione endovenosa e saranno monitorati attentamente per i primi 30 giorni. Il follow-up continuerà per un massimo di 24 mesi con esami del sangue regolari e test del midollo osseo per valutare l’efficacia del trattamento.
Studio di CD7-CART01, ciclofosfamide e fludarabina fosfato per bambini e giovani adulti con leucemia/linfoma linfoblastico acuto a cellule T recidivato o refrattario
Localizzazione: Italia
Questo studio pediatrico e per giovani adulti testa la terapia CD7-CART01, che utilizza cellule T modificate per esprimere un recettore antigenico chimerico (CAR) diretto contro la proteina CD7 presente sulle cellule tumorali. Lo studio è suddiviso in due fasi: la prima si concentra sulla sicurezza e sull’identificazione della dose ottimale, mentre la seconda valuta l’efficacia del trattamento alla dose individuata.
Possono partecipare pazienti di età compresa tra 6 mesi e 25 anni con diagnosi di leucemia o linfoma linfoblastico acuto a cellule T CD7+ recidivato o refrattario. I pazienti devono presentare oltre il 98% delle cellule tumorali positive per il marcatore CD7 e avere una malattia misurabile. È richiesto un accesso venoso adeguato per l’aferesi (procedura di raccolta delle cellule T) e la disponibilità di un potenziale donatore di cellule staminali per un eventuale trapianto allogenico.
Prima dell’infusione delle cellule CD7-CART01, i pazienti riceveranno una terapia di condizionamento con ciclofosfamide e fludarabina fosfato per preparare il corpo al trattamento. Le cellule modificate verranno poi infuse per via endovenosa, con un dosaggio determinato in base al peso corporeo. Lo studio prevede un monitoraggio attento con controlli regolari fino al completamento previsto nel 2028.
Studio sulla sicurezza ed efficacia della terapia OC-1 per pazienti con leucemia o linfoma linfoblastico acuto a cellule T recidivato o refrattario
Localizzazione: Spagna
Questo studio valuta le cellule hCD1a-CAR T (OC-1), una terapia cellulare innovativa per pazienti con leucemia o linfoma linfoblastico acuto a cellule T CD1a-positivo. Le cellule immunitarie del paziente vengono modificate geneticamente in laboratorio utilizzando un vettore lentivirale per codificare un recettore antigenico chimerico specifico per CD1a, poi reintrodotte nel flusso sanguigno del paziente.
Lo studio è rivolto a bambini di età superiore ai 2 anni e adulti con malattia recidivata o refrattaria. I criteri di inclusione richiedono che almeno il 20% delle cellule tumorali esprimano l’antigene CD1a, confermato tramite citometria a flusso o esame istologico. Possono partecipare pazienti con recidiva dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche, con malattia refrattaria primaria dopo due cicli di terapia standard, o con seconda recidiva o successive.
Il trattamento prevede la raccolta delle cellule T del paziente, la loro modificazione in laboratorio e successiva reinfusione dopo un eventuale regime di condizionamento. I pazienti saranno monitorati attentamente per valutare gli effetti collaterali, i tassi di remissione, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale, oltre alla persistenza delle cellule modificate nell’organismo.
Studio di follow-up a lungo termine per pazienti con leucemia/linfoma linfoblastico acuto a cellule T recidivato/refrattario trattati con cellule OC-1
Localizzazione: Spagna
Questo è uno studio di follow-up a lungo termine dedicato ai pazienti che hanno già ricevuto il trattamento con cellule OC-1. L’obiettivo principale è monitorare i pazienti per un periodo fino a 15 anni per identificare eventuali effetti collaterali ritardati o eventi avversi che potrebbero manifestarsi nel tempo.
Possono partecipare tutti i pazienti, maschi e femmine, che hanno ricevuto almeno una frazione di prodotto sperimentale con cellule OC-1 e che sono in grado di rispettare i requisiti dello studio. Il paziente o il suo rappresentante legale deve fornire un consenso informato firmato e datato.
Durante lo studio, i ricercatori valuteranno il rischio di eventi avversi ritardati, l’insorgenza di nuove condizioni mediche (inclusi nuovi tumori, disturbi neurologici, autoimmuni, ematologici, infezioni e disturbi cutanei), la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione. Verranno inoltre monitorati la persistenza delle cellule OC-1 nell’organismo e il loro impatto sul sistema immunitario del paziente attraverso controlli regolari e valutazioni nel corso dei 15 anni di follow-up.
Studi con anticorpi monoclonali
Studio per adulti con leucemia linfoblastica acuta a cellule T ad altissimo rischio utilizzando daratumumab e una combinazione di farmaci
Localizzazione: Italia
Questo studio valuta l’aggiunta di daratumumab, un anticorpo monoclonale, al programma di trattamento standard per la leucemia linfoblastica acuta a cellule T ad altissimo rischio. Il daratumumab è un farmaco che aiuta il sistema immunitario a identificare e distruggere le cellule tumorali colpendo specifiche proteine sulla loro superficie.
Possono partecipare adulti di età compresa tra 18 e 65 anni con diagnosi di leucemia linfoblastica acuta a linea T ad altissimo rischio. I criteri richiedono che la percentuale di cellule tumorali nel midollo osseo al momento della diagnosi sia del 20% o superiore e che le cellule tumorali mostrino positività per CD38. I pazienti devono avere sottotipi specifici di T-ALL, determinati dalle caratteristiche delle cellule tumorali, e uno stato di performance ECOG compreso tra 0 e 2 (che misura la capacità di svolgere le attività quotidiane).
Il trattamento si articola in diverse fasi: induzione (per ridurre il numero di cellule leucemiche), consolidamento (per eliminare eventuali cellule tumorali residue) e mantenimento (per prevenire la recidiva). Durante tutte le fasi, i pazienti riceveranno daratumumab in combinazione con vari farmaci chemioterapici come ciclofosfamide, prednisone, desametasone, vincristina solfato, metotressato e altri. L’obiettivo primario è aumentare il tasso di pazienti che raggiungono la negatività della malattia minima residua (MRD) dopo il primo ciclo di trattamento.
Studio sulla sicurezza ed efficacia di isatuximab e combinazione di farmaci per adulti con leucemia linfoblastica acuta a cellule T CD38 positiva recidivata o refrattaria
Localizzazione: Germania
Questo studio si concentra sull’utilizzo di isatuximab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro la proteina CD38 presente sulla superficie di alcune cellule tumorali. L’isatuximab viene somministrato sia come parte di un regime chemioterapico combinato sia come trattamento singolo, a seconda delle condizioni specifiche del paziente.
Lo studio è suddiviso in due gruppi (coorti). La coorte 1 include pazienti in recidiva o con malattia primariamente refrattaria, definita come presenza del 5% o più di cellule tumorali (blasti) nel midollo osseo dopo almeno tre cicli di chemioterapia, recidiva precoce entro 12 mesi dalla prima remissione completa, recidiva tardiva dopo 12 mesi, malattia primariamente refrattaria senza remissione completa, qualsiasi recidiva dopo trapianto di cellule staminali, o seconda recidiva o successive. La coorte 2 comprende pazienti in remissione ematologica completa ma con malattia minima residua (MRD) rilevabile a livello molecolare.
I pazienti devono avere leucemia linfoblastica acuta a cellule T CD38 positiva, funzionalità renale ed epatica adeguate, e uno stato di performance ECOG appropriato (0-2 per la coorte 1, 0-1 per la coorte 2). Il trattamento prevede l’infusione endovenosa di isatuximab in combinazione con farmaci chemioterapici come citarabina, ciclofosfamide, daunorubicina, bortezomib, metotressato, vincristina, desametasone, pegaspargasi e mercaptopurina. Lo studio monitora la risposta ematologica completa, che indica l’assenza di cellule tumorali rilevabili nel sangue e nel midollo osseo, e continuerà fino al 2028.
Sintesi degli studi clinici disponibili
Gli studi clinici attualmente in corso per la leucemia acuta a tipo cellulare T rappresentano un importante progresso nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche per questa malattia aggressiva. Emergono diverse osservazioni significative dall’analisi di questi 6 studi:
Approcci terapeutici innovativi: La maggior parte degli studi si concentra su terapie cellulari avanzate, in particolare le cellule CAR-T, che rappresentano una rivoluzione nel trattamento dei tumori del sangue. Queste terapie personalizzate utilizzano le cellule immunitarie del paziente modificate geneticamente per riconoscere e distruggere le cellule tumorali con maggiore precisione rispetto alla chemioterapia tradizionale.
Target molecolari specifici: Gli studi identificano diversi bersagli molecolari sulle cellule tumorali: CD84 (CART84), CD7 (CD7-CART01), CD1a (OC-1) e CD38 (daratumumab e isatuximab). Questa varietà di approcci riflette l’eterogeneità della malattia e offre opzioni per pazienti con diversi profili molecolari.
Popolazioni di pazienti: Gli studi coprono un ampio spettro di età, dai bambini di soli 6 mesi (studio CD7-CART01) agli adulti fino a 65 anni. Questo è particolarmente importante perché la leucemia a cellule T può colpire sia la popolazione pediatrica che quella adulta, con caratteristiche biologiche potenzialmente diverse.
Focus sulla malattia recidivata o refrattaria: Tutti gli studi si rivolgono principalmente a pazienti la cui malattia è recidivata dopo il trattamento iniziale o che non hanno risposto alle terapie standard. Questo riflette il bisogno medico insoddisfatto per questi pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche convenzionali.
Monitoraggio a lungo termine: Lo studio di follow-up a lungo termine delle cellule OC-1, con una durata di 15 anni, sottolinea l’importanza di comprendere gli effetti a lungo termine delle terapie cellulari avanzate. Questo tipo di monitoraggio è fondamentale per garantire la sicurezza dei pazienti e fornire informazioni preziose per lo sviluppo futuro di queste terapie.
Combinazione con trapianto: Diversi studi prevedono la possibilità di un trapianto allogenico di cellule staminali dopo il trattamento sperimentale, riconoscendo che questa procedura rimane un’opzione consolidata per ottenere remissioni durature in pazienti selezionati.
Distribuzione geografica: Gli studi sono condotti principalmente in Europa (Spagna, Italia, Germania), riflettendo la forte tradizione europea nella ricerca ematologica e offrendo opportunità di accesso a questi trattamenti innovativi per i pazienti europei.
È importante sottolineare che la partecipazione a uno studio clinico richiede una valutazione accurata da parte del team medico per determinare l’idoneità del paziente in base ai criteri di inclusione ed esclusione specifici. I pazienti interessati dovrebbero discutere con il proprio ematologo le opzioni disponibili e valutare attentamente i potenziali benefici e rischi di ciascuno studio.













