L’iperossaluria primitiva è una rara malattia genetica che causa un’eccessiva produzione di ossalato, portando alla formazione di calcoli renali e potenziali danni ai reni. Attualmente sono in corso 2 studi clinici che stanno valutando nuovi trattamenti promettenti per i pazienti con questa condizione.
Studi clinici in corso sull’iperossaluria primitiva
L’iperossaluria primitiva è una malattia rara che colpisce la capacità del fegato di produrre specifici enzimi necessari per il normale metabolismo. Questa condizione porta all’accumulo di ossalato nel corpo, che si combina con il calcio per formare cristalli di ossalato di calcio. Questi cristalli possono depositarsi nei reni e in altri organi, causando calcoli renali ricorrenti e, nel tempo, danni renali progressivi che possono portare all’insufficienza renale.
Esistono tre sottotipi principali della malattia: iperossaluria primitiva di tipo 1 (PH1), tipo 2 (PH2) e tipo 3 (PH3), ciascuno associato a diverse carenze enzimatiche. La PH1 è causata dalla mancanza dell’enzima alanina-gliossilato aminotransferasi nel fegato. Sebbene i sintomi possano manifestarsi nell’infanzia, la loro gravità varia notevolmente da paziente a paziente.
Attualmente sono disponibili 2 studi clinici per i pazienti affetti da iperossaluria primitiva, che stanno esplorando approcci terapeutici innovativi per gestire questa condizione difficile.
Studi clinici attivi
Studio sulla sicurezza e gli effetti di ABO-101 con mRNA-002 e gRNA-001 per pazienti con iperossaluria primitiva di tipo 1
Localizzazione: Francia, Germania, Paesi Bassi
Questo studio clinico si concentra sull’iperossaluria primitiva di tipo 1 (PH1) e sta valutando un trattamento innovativo chiamato ABO-101, una soluzione per infusione che utilizza una tecnologia avanzata di editing genetico. Il trattamento mira a interrompere il gene dell’ossidasi dell’idrossiacido 1 (HAO1), riducendo così l’attività dell’enzima glicolato ossidasi nelle cellule epatiche e diminuendo la produzione di ossalato.
L’obiettivo principale dello studio è valutare la sicurezza e la tollerabilità di ABO-101 nei pazienti con PH1. I partecipanti riceveranno il trattamento tramite infusione endovenosa, con monitoraggio nel tempo per valutare eventuali effetti collaterali e per comprendere come il corpo elabora il trattamento. Lo studio misurerà anche i cambiamenti nei livelli di ossalato nelle urine e altre sostanze correlate nel sangue.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi confermata di PH1 con test genetico che conferma mutazioni nel gene AGXT
- Età compresa tra 18 e 64 anni (coorti 1-3) o tra 6 e 18 anni (coorte 4)
- Peso corporeo di almeno 40 kg
- eGFR (velocità di filtrazione glomerulare stimata) di almeno 30 mL/min/1,73m²
- Storia di calcoli renali o sintomi correlati, o nefrocalcinosi
- Se in trattamento con piridossina (vitamina B6), regime stabile da almeno 90 giorni
- Funzionalità epatica normale e conta piastrinica superiore a 100.000/mm³
Criteri di esclusione: Non possono partecipare i pazienti che non hanno PH1, donne in gravidanza o allattamento, pazienti con allergie ai componenti dello studio, storia di abuso di sostanze o alcol, o coloro che hanno partecipato recentemente ad altri studi clinici. È inoltre richiesto il consenso informato e la disponibilità a seguire le procedure dello studio.
Questo studio rappresenta un importante passo avanti nell’esplorazione di nuove opzioni terapeutiche per la PH1, poiché i trattamenti attuali sono limitati. La terapia genica potrebbe offrire una soluzione più duratura per i pazienti affetti da questa condizione rara.
Studio sullo stiripentolo per pazienti di età pari o superiore a 6 anni con iperossaluria primitiva di tipo 1, 2 o 3
Localizzazione: Belgio, Francia, Italia
Questo studio clinico valuta l’efficacia e la sicurezza dello stiripentolo, somministrato sotto forma di capsule rigide, per pazienti di età pari o superiore a 6 anni con tutti e tre i sottotipi di iperossaluria primitiva (PH1, PH2 e PH3). Lo stiripentolo è un farmaco anticonvulsivante che viene ora studiato per la sua capacità di ridurre l’escrezione urinaria di ossalato.
L’obiettivo principale dello studio è determinare se lo stiripentolo può diminuire l’escrezione urinaria di ossalato, ovvero la quantità di ossalato eliminata attraverso le urine. I partecipanti riceveranno lo stiripentolo (Diacomit 250 mg o 500 mg) o un placebo per un periodo fino a 60 giorni. Durante lo studio verranno monitorati i cambiamenti nella quantità di ossalato nelle urine nel tempo, così come eventuali variazioni nella funzionalità renale e nell’incidenza di calcoli renali.
Criteri di inclusione principali:
- Età minima di 6 anni al momento del consenso
- Diagnosi confermata geneticamente di iperossaluria primitiva di tipo 1, 2 o 3
- Escrezione urinaria di ossalato di almeno 0,70 mmol per 24 ore per 1,73 m² di superficie corporea
- eGFR di almeno 45 mL/min per 1,73 m²
- Terapia ottimale in corso, che può includere maggiore assunzione di liquidi, vitamina B6 e citrato di potassio
- Test di gravidanza negativo per le partecipanti femminili in età fertile
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti senza diagnosi confermata di iperossaluria primitiva, donne in gravidanza o allattamento, pazienti che non possono seguire le procedure dello studio, coloro che partecipano ad altri studi clinici, pazienti con storia di reazioni allergiche allo stiripentolo o con recenti interventi chirurgici maggiori.
Nel corso dello studio, i partecipanti saranno regolarmente valutati al mese 3 e al mese 6, con misurazione delle variazioni nell’escrezione urinaria di ossalato, dei rapporti ossalato/creatinina nelle urine e del verificarsi di eventi legati ai calcoli renali. Verrà inoltre valutata la qualità della vita mediante questionari specifici per età: il Pediatric Quality of Life Inventory per i pazienti sotto i 18 anni e il Kidney Disease Quality of Life Questionnaire per gli adulti.
Lo studio è stimato concludersi entro il 4 dicembre 2028 e potrebbe fornire informazioni preziose su una nuova opzione terapeutica per tutti e tre i sottotipi di iperossaluria primitiva.
Sintesi
Gli studi clinici attualmente in corso per l’iperossaluria primitiva rappresentano approcci innovativi e promettenti per questa rara malattia genetica. Il primo studio si concentra esclusivamente sulla PH1 utilizzando una terapia genica avanzata (ABO-101), mentre il secondo valuta un farmaco riprofilato (stiripentolo) per tutti e tre i sottotipi della malattia.
È importante notare che:
- Entrambi gli studi richiedono una diagnosi geneticamente confermata della condizione specifica
- I criteri di funzionalità renale sono fondamentali per l’ammissibilità, con requisiti minimi di eGFR
- Lo studio su ABO-101 utilizza una tecnologia di editing genetico all’avanguardia che potrebbe offrire una soluzione più duratura
- Lo studio sullo stiripentolo offre un’opzione per pazienti più giovani (a partire da 6 anni) e per tutti e tre i sottotipi di iperossaluria primitiva
- Entrambi gli studi sono disponibili in diverse nazioni europee, facilitando l’accesso ai pazienti
Questi studi rappresentano una speranza concreta per i pazienti con iperossaluria primitiva, poiché le attuali opzioni terapeutiche sono limitate. La partecipazione a uno studio clinico può offrire accesso a trattamenti innovativi e contribuire al progresso della ricerca medica per questa condizione rara e debilitante.
I pazienti interessati dovrebbero discutere con il proprio medico specialista la possibilità di partecipare a questi studi, valutando attentamente i criteri di eleggibilità e le implicazioni della partecipazione.












