La demenza con corpi di Lewy è una malattia neurodegenerativa progressiva che comporta un declino delle funzioni cognitive, alterazioni del comportamento e sintomi motori. Attualmente sono in corso diversi studi clinici che valutano nuovi approcci diagnostici e terapeutici per questa patologia. In questa panoramica presentiamo 3 trial clinici attivi che studiano farmaci sperimentali e tecniche di imaging avanzate per pazienti con demenza con corpi di Lewy e disturbi correlati.
Studi clinici in corso sulla demenza con corpi di Lewy
La demenza con corpi di Lewy rappresenta una delle forme più comuni di demenza neurodegenerativa dopo la malattia di Alzheimer. Questa condizione è caratterizzata dalla presenza di depositi proteici anomali, chiamati corpi di Lewy, che si accumulano nelle cellule cerebrali e causano una progressiva compromissione delle funzioni cognitive, comportamentali e motorie. Attualmente, la ricerca scientifica sta esplorando nuove strategie diagnostiche e terapeutiche attraverso studi clinici che coinvolgono pazienti in diverse fasi della malattia.
Nel sistema sono disponibili 3 studi clinici sulla demenza con corpi di Lewy, tutti presentati in questo articolo. Questi trial stanno investigando sia nuovi farmaci potenzialmente in grado di modificare il decorso della malattia, sia tecniche di imaging cerebrale avanzate per migliorare la diagnosi precoce e la comprensione dei meccanismi patologici sottostanti.
Studi clinici disponibili per la demenza con corpi di Lewy
Studio sull’accuratezza della PET tau ([18F]RO6958948) e Vizamyl (Flutemetamolo 18F) nella diagnosi di sintomi cognitivi lievi e rischio di malattia di Alzheimer
Localizzazione: Svezia
Questo studio si concentra sul miglioramento della diagnosi di diverse malattie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer, la paralisi sopranucleare progressiva, la demenza frontotemporale, la degenerazione corticobasale e il disturbo cognitivo lieve. Lo studio utilizza due sostanze speciali, Vizamyl e [18F]RO6958948, che vengono iniettate nel corpo per aiutare i medici a visualizzare i cambiamenti cerebrali attraverso una tecnica di imaging chiamata PET (Tomografia a Emissione di Positroni).
L’obiettivo principale è valutare quanto efficacemente queste sostanze possano identificare le persone a rischio di sviluppare demenza. I partecipanti ricevono un’iniezione di Vizamyl o [18F]RO6958948, che evidenziano aree cerebrali potenzialmente compromesse dai disturbi neurodegenerativi. Lo studio confronta le scansioni cerebrali di persone affette da questi disturbi con quelle di individui sani per comprendere meglio le differenze.
Criteri di inclusione principali: I partecipanti devono avere tra 20 e 100 anni, parlare fluentemente svedese e accettare di sottoporsi ad almeno una puntura lombare, una risonanza magnetica cerebrale e test neuropsicologici. Per gli anziani sani, non devono essere presenti sintomi cognitivi e le prestazioni cognitive devono essere normali. Per i partecipanti con disturbo cognitivo lieve o demenza, devono essere presenti sintomi cognitivi riferiti dal paziente o da un familiare.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti con altri disturbi neurodegenerativi caratterizzati da tau-patologia, come malattia di Alzheimer, paralisi sopranucleare progressiva, demenza frontotemporale, degenerazione corticobasale o disturbo cognitivo lieve, se non sono ad alto rischio di sviluppare demenza.
Farmaci utilizzati: Lo studio utilizza due traccianti per imaging PET: la PET tau ([18F]RO6958948), che permette di visualizzare la presenza della proteina tau nel cervello, e Vizamyl (Flutemetamolo 18F), che rileva le placche amiloidi cerebrali. Entrambi i marcatori aiutano a identificare le persone a maggior rischio di sviluppare demenza.
Studio sul Neflamapimod per pazienti con demenza con corpi di Lewy
Localizzazione: Francia
Questo trial clinico è focalizzato sulla demenza con corpi di Lewy (DLB), una forma di demenza progressiva che causa un declino delle capacità cognitive, del ragionamento e delle funzioni indipendenti a causa di depositi microscopici anomali che danneggiano progressivamente le cellule cerebrali. Il trattamento in fase di sperimentazione è il Neflamapimod, un farmaco assunto per via orale in forma di capsule, noto anche con il nome in codice VX-745, progettato per inibire uno specifico enzima cerebrale che potrebbe essere coinvolto nella progressione della DLB.
Lo scopo dello studio è valutare la sicurezza e la tollerabilità del Neflamapimod nei pazienti con DLB. I partecipanti assumono 80 mg di Neflamapimod due volte al giorno per un periodo di 24 settimane. Durante lo studio, i ricercatori monitorano come l’organismo metabolizza il farmaco e i suoi eventuali effetti sulla salute e sulle capacità cognitive dei partecipanti.
Criteri di inclusione principali: Uomini e donne di età pari o superiore a 55 anni con diagnosi probabile di demenza con corpi di Lewy secondo linee guida specifiche. I partecipanti devono avere un punteggio MoCA di 18 o superiore durante lo screening. Se assumono inibitori della colinesterasi o memantina, devono essere in terapia da oltre 3 mesi con dosaggio stabile da almeno 6 settimane. Devono avere vista e udito normali o corretti e un caregiver affidabile che possa fornire informazioni sul paziente.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti senza diagnosi di DLB, quelli al di fuori della fascia d’età specificata e coloro che appartengono a popolazioni vulnerabili che potrebbero necessitare di protezione o cure speciali.
Farmaco sperimentale: Il Neflamapimod è un inibitore dell’enzima P38 alfa chinasi, che si ritiene abbia un ruolo nel processo patologico della malattia. Lo studio mira a valutare la sicurezza e la tollerabilità di questo farmaco, nonché il modo in cui l’organismo lo metabolizza.
Studio sul trattamento con Ambroxolo in persone con demenza con corpi di Lewy in fase precoce o lieve
Localizzazione: Norvegia
Questo studio si concentra su pazienti con demenza con corpi di Lewy, inclusi quelli con disturbo cognitivo lieve correlato a questa condizione. La ricerca mira a valutare l’efficacia dell’ambroxolo, un farmaco somministrato sotto forma di compresse, nel migliorare la funzione cognitiva, il comportamento e le attività quotidiane nelle persone affette da questo tipo di demenza.
Lo studio confronta due gruppi di partecipanti: un gruppo riceve compresse di ambroxolo mentre l’altro riceve un placebo. Il dosaggio del farmaco viene gradualmente aumentato nel corso di diverse settimane, partendo da dosi più basse fino a raggiungere la dose terapeutica finale che continuerà per 18 mesi. Durante questo periodo, i partecipanti assumono il farmaco tre volte al giorno.
Criteri di inclusione principali: Età compresa tra 50 e 85 anni, sia uomini che donne. Per le partecipanti donne, devono essere in menopausa o chirurgicamente sterili, oppure utilizzare metodi contraccettivi approvati se in età fertile. Devono avere un caregiver di almeno 18 anni, una diagnosi confermata di demenza con corpi di Lewy (inclusa la forma con disturbo cognitivo lieve), un punteggio MMSE di 15 o superiore durante lo screening, e mantenere contatti con il caregiver almeno 3 volte a settimana.
Criteri di esclusione: Età inferiore a 50 o superiore a 85 anni, allergie note all’ambroxolo, partecipazione ad altri trial clinici negli ultimi 30 giorni, gravi problemi epatici o renali, ipertensione non controllata, storia di gravi malattie cardiache, gravidanza o allattamento, diagnosi di altri tipi di demenza, condizioni psichiatriche gravi, storia di abuso di alcol o droghe nell’ultimo anno.
Farmaco sperimentale: L’ambroxolo è un farmaco tradizionalmente utilizzato come mucolitico ed espettorante. In questo trial viene studiato per un nuovo utilizzo potenziale: la protezione delle cellule cerebrali e il possibile rallentamento della progressione della demenza con corpi di Lewy. Il farmaco agisce aumentando l’attività di un enzima chiamato glucocerebrosidasi (GCase) nel cervello, contribuendo a ridurre l’accumulo di proteine tossiche associate alla DLB.
Riepilogo e osservazioni
Gli studi clinici attualmente in corso sulla demenza con corpi di Lewy rappresentano approcci innovativi sia sul fronte diagnostico che terapeutico. Il primo studio svedese si concentra sul miglioramento delle tecniche di imaging cerebrale per identificare precocemente i pazienti a rischio di sviluppare demenza, utilizzando traccianti specifici per visualizzare le proteine tau e amiloide.
Gli altri due studi valutano farmaci con meccanismi d’azione differenti: il Neflamapimod, che inibisce l’enzima P38 alfa chinasi potenzialmente coinvolto nell’infiammazione e nel danno neuronale, e l’ambroxolo, un farmaco già utilizzato per altre indicazioni terapeutiche che potrebbe avere proprietà neuroprotettive attraverso l’attivazione dell’enzima glucocerebrosidasi.
È importante sottolineare che tutti questi studi richiedono la presenza di un caregiver che possa fornire supporto e informazioni sul paziente, riflettendo la natura progressiva della malattia e l’importanza del sostegno familiare nella gestione della demenza con corpi di Lewy. I risultati di questi trial potrebbero contribuire significativamente al miglioramento della diagnosi precoce e al trattamento di questa complessa patologia neurodegenerativa.













