Cancro della faringe stadio III
Il cancro della faringe stadio III rappresenta un momento critico della malattia in cui il tumore è cresciuto di dimensioni o ha iniziato a diffondersi ai linfonodi vicini, ma non ha ancora raggiunto organi distanti. Comprendere questo stadio aiuta i pazienti e le loro famiglie a prepararsi al percorso di cura e a prendere decisioni informate sulle opzioni terapeutiche disponibili.
Indice dei contenuti
- Comprendere il cancro della faringe stadio III
- Opzioni di trattamento per il cancro della faringe stadio III
- Vivere con il cancro della faringe stadio III
- Prognosi e prospettive di sopravvivenza
- Diagnostica e identificazione della malattia
- Studi clinici disponibili
Comprendere il cancro della faringe stadio III
Quando i medici diagnosticano un cancro della faringe allo stadio III, stanno descrivendo una malattia che è progredita oltre le forme più precoci ma non si è ancora diffusa a parti distanti del corpo. La faringe, comunemente conosciuta come gola, è un tubo cavo che collega il naso e la bocca all’esofago e alla trachea. È divisa in tre sezioni: il rinofaringe nella parte superiore, l’orofaringe nella parte centrale e l’ipofaringe nella parte inferiore. Il cancro allo stadio III può manifestarsi in ognuna di queste aree, anche se le localizzazioni più comuni sono le sezioni centrali e inferiori.[1]
Il cancro della faringe stadio III significa che il tumore è cresciuto fino a superare i 4 centimetri oppure si è diffuso a un singolo linfonodo vicino, situato sullo stesso lato del collo dove si trova il tumore. Il linfonodo coinvolto misura tipicamente 3 centimetri o meno di diametro. Questo stadio è considerato localmente avanzato, il che significa che il cancro si è espanso oltre la sua sede originaria ma rimane confinato alla regione della testa e del collo senza raggiungere organi distanti come i polmoni o il fegato.[1]
Per il cancro orofaringeo, che colpisce la parte centrale della gola includendo le tonsille, la base della lingua e il palato molle, lo stadio III è definito da criteri specifici. Il tumore può essere più grande di 4 centimetri o può essere cresciuto nell’epiglottide, che è un lembo di cartilagine che chiude la laringe quando si deglutisce. In alternativa, il cancro potrebbe essere più piccolo ma essersi già diffuso a un linfonodo nel collo sullo stesso lato del tumore, con quel linfonodo che misura non più di 3 centimetri.[1]
È importante comprendere che i tumori faringei correlati all’infezione da papillomavirus umano (HPV) vengono stadiati in modo diverso rispetto a quelli non associati all’HPV. Molti tumori orofaringei oggi sono collegati all’infezione da HPV, in particolare il tipo HPV 16. Anche se i tumori orofaringei HPV-correlati sono spesso più avanzati al momento della diagnosi, i pazienti con questi tumori tendono ad avere tassi di sopravvivenza migliori rispetto a quelli senza malattia HPV-positiva. Questa differenza nei risultati ha portato i medici a sviluppare un sistema di stadiazione separato specificamente per il cancro orofaringeo correlato all’HPV.[1]
Opzioni di trattamento per il cancro della faringe stadio III
Il trattamento del cancro della faringe stadio III richiede tipicamente un approccio intensivo e multimodale che combina diversi tipi di terapia. L’obiettivo è eliminare il cancro, prevenirne la diffusione e preservare il più possibile la normale funzione della gola, compresa la capacità di parlare e deglutire. Le decisioni terapeutiche dipendono da molteplici fattori, tra cui l’esatta localizzazione del tumore, se si è diffuso ai linfonodi, la salute generale del paziente e gli effetti collaterali previsti per ogni opzione di trattamento.[5]
La chirurgia rappresenta una delle principali opzioni di trattamento per il cancro della faringe stadio III, specialmente quando il cancro ha reso difficile deglutire o respirare. L’intervento chirurgico più comune è una laringofaringectomia con dissezione del collo. Questa operazione rimuove parte o tutta la laringe, parte o tutta la faringe e talvolta parte dell’esofago. Una dissezione del collo rimuove contemporaneamente i linfonodi nel collo che potrebbero contenere cellule tumorali. Poiché questo intervento è esteso, i pazienti hanno spesso bisogno di procedure aggiuntive per aiutare con la respirazione e l’alimentazione, come il posizionamento di un tubo per respirare chiamato tracheostomia e un tubo per l’alimentazione chiamato gastrostomia.[5]
La chirurgia per il cancro faringeo può influenzare significativamente la capacità di una persona di parlare e deglutire, e può anche modificare l’aspetto del viso. Per questo motivo, la chirurgia ricostruttiva viene spesso eseguita contemporaneamente all’intervento di rimozione del cancro. L’obiettivo della ricostruzione è ripristinare il più possibile l’aspetto e la funzione della bocca e del collo, aiutando i pazienti a mantenere la qualità della vita dopo il trattamento. I chirurghi plastici lavorano insieme ai chirurghi specializzati in tumori della testa e del collo per ricostruire i tessuti persi a causa del cancro o della chirurgia utilizzando tecniche chirurgiche avanzate.[5]
La chemioradioterapia è un altro approccio terapeutico principale per il cancro della faringe stadio III. Questo trattamento combina la chemioterapia con la radioterapia, somministrate nello stesso periodo di tempo. La chemioterapia, solitamente un farmaco chiamato cisplatino, rende le cellule tumorali più sensibili alle radiazioni, aumentando l’efficacia del trattamento. Le radiazioni sono dirette sia al tumore che ai linfonodi su entrambi i lati del collo. La chemioradioterapia può essere utilizzata come trattamento primario al posto della chirurgia, oppure può essere somministrata dopo l’intervento per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva.[5]
La radioterapia esterna può anche essere utilizzata da sola o dopo la chirurgia per il cancro della faringe stadio III. Un tipo specializzato chiamato radioterapia a intensità modulata (IMRT) è spesso preferito perché può colpire il tumore in modo più preciso riducendo i danni ai tessuti sani circostanti. Questa precisione è particolarmente importante nell’area della gola dove molte strutture vitali si trovano vicine tra loro, comprese le ghiandole salivari, il midollo spinale e i muscoli della deglutizione.[5]
La chemioterapia da sola può essere somministrata prima della chirurgia o della radioterapia per ridurre il tumore, rendendolo più facile da rimuovere o trattare. La combinazione chemioterapica più comune utilizzata per il cancro faringeo include cisplatino e fluorouracile. Questo approccio, talvolta chiamato chemioterapia neoadiuvante, può aiutare i medici a determinare quanto bene il cancro risponde al trattamento e può migliorare i risultati per alcuni pazienti.[5]
L’immunoterapia rappresenta una nuova opzione di trattamento per il cancro della faringe stadio III. Un farmaco chiamato pembrolizumab può essere somministrato prima della chirurgia per rimuovere il tumore, poi continuato con la radioterapia (con o senza cisplatino), e quindi somministrato da solo dopo che la radioterapia è terminata. L’immunoterapia funziona aiutando il sistema immunitario del corpo a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Questo approccio terapeutico mostra risultati promettenti nel migliorare gli esiti per i pazienti con cancro faringeo localmente avanzato.[5]
Vivere con il cancro della faringe stadio III
Il percorso con il cancro della faringe stadio III si estende ben oltre il periodo di trattamento immediato e comporta significativi adattamenti dello stile di vita. I pazienti affrontano spesso sfide nel mangiare, parlare e respirare durante e dopo il trattamento. Molte persone hanno bisogno di sonde per l’alimentazione temporaneamente o permanentemente perché la deglutizione diventa difficile o dolorosa. I logopedisti svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare i pazienti a recuperare la funzione di deglutizione e a comunicare efficacemente, sia attraverso tecniche di linguaggio modificate che metodi di comunicazione alternativi.[5]
Il supporto nutrizionale diventa di importanza critica durante il trattamento del cancro della faringe stadio III. Un dietologo lavora a stretto contatto con i pazienti per assicurarsi che ricevano calorie e nutrienti adeguati, anche quando mangiare normalmente diventa impossibile. L’alimentazione liquida attraverso sonde fornisce sostentamento essenziale mentre la gola guarisce o durante i periodi in cui la deglutizione è troppo dolorosa o pericolosa. Mantenere una buona nutrizione aiuta il corpo a sopportare le esigenze del trattamento del cancro e promuove la guarigione.[28]
Il processo di recupero dopo il trattamento del cancro della faringe stadio III richiede pazienza e dedizione. I fisioterapisti possono fornire esercizi per migliorare la mobilità e la forza del collo, specialmente dopo la chirurgia o la radioterapia. I logopedisti continuano a lavorare con i pazienti per mesi o persino anni dopo la fine del trattamento, aiutandoli a recuperare il più possibile la normale funzione. L’obiettivo non è solo la sopravvivenza ma mantenere la migliore qualità di vita possibile dopo il trattamento del cancro.[5]
Il follow-up rimane essenziale dopo aver completato il trattamento per il cancro della faringe stadio III. Poiché la maggior parte delle recidive si verifica nei primi due anni dopo il trattamento, i pazienti necessitano di esami regolari e monitoraggio durante questo periodo critico. Gli operatori sanitari considerano tipicamente i pazienti guariti se il cancro non è tornato entro cinque anni dal completamento del trattamento. Tuttavia, il periodo di sorveglianza richiede vigilanza continua e impegno agli appuntamenti programmati.[20]
L’impatto emotivo e psicologico del cancro della faringe stadio III merita un’attenzione particolare. L’ansia per il futuro, la paura della morte, la preoccupazione di diventare un peso per i propri cari e il dolore per le capacità perse pesano molto sui pazienti. La depressione è comune e completamente comprensibile date le circostanze. Alcune persone provano rabbia per la diagnosi o per i loro corpi che li hanno traditi. Altri lottano con il senso di colpa se credono che i loro comportamenti passati, come fumare o bere, abbiano contribuito al loro cancro.[3]
Prognosi e prospettive di sopravvivenza
Molti casi di cancro della faringe stadio III sono potenzialmente curabili, anche se l’esito dipende da numerosi fattori. Lo stadio alla diagnosi determina in ultima analisi quanto sia probabile una guarigione, con il trattamento che mira a controllare la malattia, ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita. La localizzazione specifica del cancro all’interno della faringe, la salute generale e la forma fisica del paziente, e se il cancro è HPV-positivo influenzano tutti la prognosi.[18]
Per il cancro orofaringeo specificamente, la malattia allo stadio III mostra tassi di sopravvivenza variabili a seconda dell’esatta sede all’interno dell’orofaringe. Generalmente, più del 55% al 75% delle persone con cancro orofaringeo stadio III sopravvive per cinque anni o più dopo la diagnosi. Queste statistiche rappresentano modelli generali su grandi gruppi di pazienti e non possono prevedere cosa accadrà per ogni singola persona. Il vostro medico può fornire informazioni più personalizzate in base alla vostra situazione specifica.[23]
I tumori orofaringei HPV-positivi tendono ad avere tassi di sopravvivenza migliori rispetto ai tumori HPV-negativi, anche allo stadio III. Questa prognosi migliorata si verifica perché i tumori correlati all’HPV tipicamente rispondono meglio al trattamento. La distinzione tra malattia HPV-positiva e HPV-negativa è diventata così importante che i medici ora utilizzano sistemi di stadiazione diversi per questi due tipi di cancro orofaringeo, riflettendo i loro comportamenti e risultati differenti.[1]
Diversi fattori influenzano la sopravvivenza oltre allo stadio del cancro. Fumare durante la radioterapia riduce significativamente la capacità del trattamento di curare il cancro, rendendo cruciale per i pazienti smettere di fumare prima e durante il trattamento. Anche la salute generale e la forma fisica svolgono ruoli importanti, poiché i pazienti più forti spesso affrontano meglio i trattamenti intensivi del cancro. L’età del paziente, altre condizioni mediche e quanto bene il cancro risponde al trattamento iniziale contribuiscono tutti alla prognosi complessiva.[23]
I modelli di recupero e i tassi di recidiva dipendono dalle caratteristiche specifiche del cancro e dai trattamenti ricevuti. Alcune caratteristiche visibili al microscopio, come le cellule tumorali che si diffondono nel tessuto adiposo attorno ai linfonodi o che invadono fasci di nervi, indicano un rischio più elevato di recidiva. Se sono rimaste cellule tumorali dopo la chirurgia e quanto appaiono anormali le cellule tumorali influenzano anche la probabilità che il cancro ritorni. Comprendere questi fattori di rischio aiuta i team sanitari a pianificare cure di follow-up e strategie di sorveglianza appropriate.[18]
Diagnostica e identificazione della malattia
Quando si sospetta un cancro della faringe, i professionisti sanitari utilizzano una serie di strumenti diagnostici per identificare la malattia e comprenderne le caratteristiche. Il processo diagnostico inizia tipicamente con un esame fisico approfondito e una revisione della storia clinica. Il vostro medico vi chiederà dei vostri sintomi, da quanto tempo li avete, e quali fattori di rischio potreste avere, come l’uso di tabacco o alcol. Vorrà anche sapere di eventuali tumori precedenti o radioterapia alla testa e al collo.[3]
Durante l’esame fisico, il vostro medico o dentista esegue un’ispezione completa della bocca e del collo, guardando sotto la lingua e palpando eventuali linfonodi ingrossati o noduli insoliti. I linfonodi sono piccole ghiandole che fanno parte del sistema immunitario, e il cancro spesso si diffonde prima a queste strutture. Se i linfonodi nel collo risultano ingrossati o duri, questo fornisce informazioni importanti sulla malattia.[8]
Una procedura diagnostica chiave è l’endoscopia, che consente ai medici di osservare direttamente la gola e le aree circostanti. Durante questo esame, un tubo sottile con una luce e una telecamera viene inserito attraverso il naso o la bocca in modo che il team sanitario possa vedere chiaramente la faringe. Questo aiuta a identificare eventuali crescite anomale o aree sospette. A volte i medici eseguono un esame più dettagliato chiamato laringoscopia per visualizzare la laringe e le aree inferiori della gola.[3]
Se viene trovato tessuto sospetto, una biopsia è essenziale per confermare la diagnosi. Una biopsia consiste nel rimuovere un piccolo campione di tessuto in modo che possa essere esaminato al microscopio da uno specialista chiamato patologo. Il patologo cerca cellule tumorali e determina quale tipo di cancro è presente. La maggior parte dei tumori della faringe sono carcinomi a cellule squamose, che si sviluppano dalle cellule sottili e piatte che rivestono l’interno della gola. La biopsia aiuta anche a determinare il grado del cancro, cioè quanto le cellule appaiono anomale, il che fornisce indizi su quanto aggressiva potrebbe essere la malattia.[8]
Gli esami del sangue vengono eseguiti di routine come parte della valutazione diagnostica. Questi test controllano la vostra salute generale e quanto bene funzionano organi come il fegato e i reni. Gli esami del sangue possono rivelare segni di infezione, anemia o altre condizioni che potrebbero influenzare le vostre opzioni di trattamento. Inoltre, molti pazienti si sottopongono a test per determinare se il loro cancro è associato al papillomavirus umano (HPV). I tumori faringei HPV-positivi si comportano diversamente e spesso hanno risultati migliori rispetto ai tumori HPV-negativi, quindi questa informazione è importante per pianificare il trattamento e comprendere la prognosi.[1]
I test di imaging svolgono un ruolo cruciale nella comprensione dell’estensione del cancro. Le tomografie computerizzate (TC) utilizzano raggi X per creare immagini dettagliate a sezione trasversale della gola, del collo e del torace. Queste scansioni aiutano i medici a vedere le dimensioni del tumore, se è cresciuto nelle strutture vicine, e se i linfonodi appaiono anomali. La risonanza magnetica (RM) utilizza magneti e onde radio invece di radiazioni per creare immagini dettagliate dei tessuti molli, il che può essere particolarmente utile per visualizzare la base della lingua e le aree circostanti.[3]
Le scansioni a emissione di positroni (PET) sono spesso combinate con le scansioni TC per creare quella che viene chiamata una scansione PET-TC. In questo test, ricevete una piccola quantità di zucchero radioattivo attraverso un’iniezione. Le cellule tumorali assorbono più zucchero delle cellule normali, quindi appaiono come punti luminosi sulla scansione. Questo aiuta a identificare il cancro in tutto il corpo, comprese aree che potrebbero non essere evidenti in altri test di imaging.[3]
Studi clinici disponibili
Attualmente è disponibile uno studio clinico specifico per pazienti con cancro della faringe stadio III e altre forme avanzate di cancro della gola. Questo studio valuta un approccio terapeutico innovativo che combina radiazioni a basse dosi con farmaci chemioterapici per trattare forme avanzate di cancro della gola e della laringe.[13]
Lo studio clinico si concentra su pazienti con cancro avanzato della gola e della laringe, valutando un approccio terapeutico innovativo chiamato radiochemioterapia di induzione. Il trattamento utilizza dosi basse di radiazioni ionizzanti combinate con farmaci chemioterapici somministrati direttamente nel flusso sanguigno attraverso infusione endovenosa. I due farmaci chemioterapici utilizzati sono il paclitaxel e il carboplatino.[5]
L’obiettivo principale della ricerca è determinare quanto sia efficace e ben tollerato questo approccio terapeutico combinato per pazienti con forme avanzate di cancro della gola e della laringe. Il periodo di trattamento si estende fino a 37 giorni, con un monitoraggio prolungato fino a dicembre 2028 per valutare l’efficacia a lungo termine.[13]
I criteri di inclusione principali includono la diagnosi di cancro avanzato della faringe o della laringe non trattato in precedenza, stadio tumorale specifico con coinvolgimento linfonodale, assenza di metastasi a distanza, condizioni di salute sufficienti per ricevere chemioterapia e età compresa tra 18 e 65 anni. I pazienti devono anche essere in grado di fornire consenso informato scritto.[5]
Gli studi clinici rappresentano un’opportunità importante per accedere a trattamenti innovativi e contribuire al progresso della ricerca medica. Partecipare a uno studio può fornire accesso a nuove terapie prima che diventino ampiamente disponibili. I pazienti interessati dovrebbero discutere con il proprio oncologo la possibilità di partecipazione, valutando attentamente i criteri di inclusione ed esclusione e comprendendo l’impegno richiesto in termini di monitoraggio e follow-up regolari.[13]











