Indice dei Contenuti
- Cos’è l’Acido Citrico Monoidrato?
- Utilizzo nelle Soluzioni di Cardioplegia
- Condizioni Mediche Trattate
- Panoramica della Sperimentazione Clinica
- Idoneità del Paziente
- Obiettivi dello Studio e Endpoint
- Potenziali Benefici e Rischi
Cos’è l’Acido Citrico Monoidrato?
L’acido citrico monoidrato è un composto chimico che svolge un ruolo cruciale in varie applicazioni mediche. È un ingrediente importante nelle soluzioni di cardioplegia, utilizzate durante gli interventi chirurgici al cuore[1]. Questo composto è noto anche con diversi altri nomi, tra cui:
- Acido citrico monoidrato (E 330)
- Acido 2-idrossi-1,2,3-propan-tricarbossilico, monoidrato
- Acidum citricum monohydricum
- Idrato di acido citrico
Questi nomi alternativi potrebbero essere utilizzati nella letteratura medica o sulle etichette dei prodotti, ma si riferiscono tutti alla stessa sostanza[1].
Utilizzo nelle Soluzioni di Cardioplegia
L’acido citrico monoidrato è uno dei diversi componenti di un prodotto medico chiamato “Cardi-Braun Mantenimiento solución para perfusión”, che è una soluzione di cardioplegia[1]. Le soluzioni di cardioplegia sono fluidi speciali utilizzati durante gli interventi chirurgici al cuore per arrestare temporaneamente il cuore in modo controllato, permettendo ai chirurghi di eseguire procedure delicate.
La soluzione contenente acido citrico monoidrato è classificata sotto il codice ATC B05XA16, che sta per “Soluzioni di Cardioplegia”[1]. Questa classificazione indica il suo uso specifico nelle procedure mediche relative al cuore.
Condizioni Mediche Trattate
Mentre l’acido citrico monoidrato di per sé non tratta direttamente una condizione specifica, è un componente cruciale nelle soluzioni utilizzate durante gli interventi chirurgici cardiovascolari. La sperimentazione clinica menzionata nella fonte si concentra su pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca maggiore con circolazione extracorporea[1]. Questo tipo di intervento viene tipicamente eseguito per trattare varie condizioni cardiache che richiedono interventi significativi.
Panoramica della Sperimentazione Clinica
Una sperimentazione clinica denominata “CARDIO-HEART” è in corso per valutare l’impatto di diversi tipi di soluzioni di cardioplegia nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca maggiore[1]. Questa sperimentazione sta confrontando due tipi di cardioplegia:
- Cardioplegia cristalloide Custodiol
- Cardioplegia ematica Buckberg
Lo studio mira a dimostrare che la cardioplegia cristalloide Custodiol non è inferiore alla cardioplegia ematica Buckberg nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca maggiore con circolazione extracorporea e tempi prolungati di clampaggio aortico[1].
Idoneità del Paziente
La sperimentazione ha criteri specifici per la partecipazione dei pazienti[1]:
Criteri di inclusione:
- Pazienti di età superiore ai 18 anni
- Pazienti con patologia cardiaca e indicazione per chirurgia cardiaca maggiore con circolazione extracorporea e clampaggio aortico
Criteri di esclusione:
- Procedure sull’arco aortico
- Procedure in cui si prevede un’ipotermia inferiore a 28°C durante l’intervento
- Procedure minimamente invasive “Port Access”
- Endocardite attiva
- Procedure emergenti
- Sostituzioni isolate della valvola aortica
Obiettivi dello Studio e Endpoint
L’obiettivo primario dello studio è confrontare l’occorrenza di determinati eventi tra i pazienti che ricevono la cardioplegia cristalloide Custodiol e quelli che ricevono la cardioplegia ematica Buckberg. Questi eventi includono[1]:
- Morte
- IMA perioperatorio (Infarto Miocardico Acuto, un attacco cardiaco che si verifica durante o poco dopo l’intervento chirurgico)
- Bassa gittata cardiaca postoperatoria che richiede farmaci inotropi
- Insufficienza renale acuta AKIN-III (Acute Kidney Injury Network stadio III, una forma grave di danno renale improvviso)
Lo studio esaminerà anche diversi endpoint secondari, tra cui[1]:
- Livelli di Troponina I US (una proteina che indica danni al muscolo cardiaco) a 12 e 24 ore dopo la procedura
- Mortalità postoperatoria a 90 giorni
- Necessità di trasfusioni di sangue
- Incidenza di fibrillazione atriale postoperatoria (un ritmo cardiaco irregolare)
- Sopravvivenza complessiva a 90 giorni
Potenziali Benefici e Rischi
Sebbene lo studio non dichiari esplicitamente i potenziali benefici e rischi, i pazienti che partecipano a questa sperimentazione potrebbero contribuire al miglioramento delle procedure di chirurgia cardiaca. Il confronto tra diverse soluzioni di cardioplegia potrebbe portare a risultati migliori per i futuri pazienti sottoposti a importanti interventi chirurgici al cuore[1].
Tuttavia, come per qualsiasi procedura chirurgica maggiore, ci sono rischi coinvolti. Questi possono includere complicazioni legate all’intervento stesso, nonché potenziali effetti collaterali o reazioni alle soluzioni di cardioplegia utilizzate. I pazienti che considerano la partecipazione a questa sperimentazione dovrebbero discutere approfonditamente questi potenziali rischi e benefici con i loro operatori sanitari[1].