Comprendere l’encefalite da anticorpi anti recettore NMDA
L’encefalite da anticorpi anti recettore NMDA (NMDAR) è una forma riconosciuta di encefalite autoimmune caratterizzata da gravi sintomi psichiatrici e neurologici. La condizione richiede spesso una combinazione di immunoterapia e gestione sintomatica per ottenere un recupero significativo. La diagnosi e il trattamento precoci sono cruciali per migliorare i risultati del paziente e ridurre il rischio di recidive[1].
Immunoterapia di Prima Linea
L’approccio iniziale al trattamento dell’encefalite da anticorpi anti recettore NMDA prevede l’immunoterapia di prima linea, che tipicamente include:
- Steroidi ad alto dosaggio: Vengono utilizzati per ridurre l’infiammazione e sono spesso la prima scelta per la loro accessibilità ed efficacia[1].
- Immunoglobuline endovenose (IVIG): Questo trattamento coinvolge anticorpi da donatori sani ed è preferito per il suo profilo favorevole di effetti collaterali[1].
- Plasmaferesi (PLEX): Questa procedura è efficace in ambiente ospedaliero e viene spesso utilizzata in combinazione con gli steroidi[4].
Queste terapie possono essere somministrate in sequenza o contemporaneamente, e la maggior parte dei pazienti risponde bene a questo trattamento iniziale[1].
Immunoterapia di Seconda Linea
Per i pazienti che non rispondono ai trattamenti di prima linea, è raccomandata l’immunoterapia di seconda linea. Questa include:
- Rituximab: Un anticorpo monoclonale che prende di mira i linfociti B, mostrando efficacia in molte malattie neurologiche autoimmuni[1].
- Ciclofosfamide: Un agente alchilante che inibisce la proliferazione dei linfociti T e B, spesso utilizzato nella terapia del cancro[3].
Il rituximab è generalmente preferito alla ciclofosfamide per la sua comprovata efficacia e capacità di ridurre i tassi di recidiva[2]. Le terapie di seconda linea sono cruciali per i pazienti che non migliorano entro due settimane dall’inizio del trattamento di prima linea[1].
Gestione Sintomatica
Oltre all’immunoterapia, è essenziale gestire i sintomi psichiatrici e neurologici dell’encefalite da anticorpi anti recettore NMDA. Questo include:
- Farmaci antipsicotici: Utilizzati per controllare i disturbi psichiatrici, anche se bisogna prestare attenzione a evitare una sedazione eccessiva[2].
- Farmaci antiepilettici: Spesso utilizzati insieme all’immunoterapia per gestire le crisi epilettiche[2].
- Cure di supporto: Coinvolgono consulenze neuroimmunologiche e monitoraggio a lungo termine per garantire una gestione completa[2].
Questi trattamenti aiutano a bilanciare il controllo dei sintomi psichiatrici e neurologici, migliorando la qualità della vita complessiva dei pazienti[2].
Prognosi e Recidiva
Con un trattamento appropriato, sono stati riportati miglioramenti sostanziali o recupero completo fino al 75% dei pazienti[3]. Tuttavia, le recidive possono verificarsi nel 10-30% dei casi, spesso entro i primi due anni[1]. L’inizio precoce del trattamento è associato a migliori risultati cognitivi, sottolineando l’importanza di un intervento tempestivo[2]. In caso di recidiva, il trattamento dovrebbe rispecchiare l’approccio iniziale, con una rivalutazione per eventuali malignità sottostanti[2].