La vasculite positiva per anticorpi anti-neutrofili citoplasmatici (ANCA) è una malattia autoimmune rara che causa l’infiammazione dei vasi sanguigni. Attualmente sono in corso 7 studi clinici in Europa che testano nuovi approcci terapeutici per questa patologia, includendo terapie cellulari innovative, ottimizzazione dei trattamenti esistenti e strategie per migliorare la funzionalità renale.
Studi clinici in corso sulla vasculite positiva per anticorpi anti-neutrofili citoplasmatici
La vasculite associata agli anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA) rappresenta un gruppo di malattie autoimmuni rare che colpiscono i vasi sanguigni di piccolo e medio calibro. Questa condizione può interessare diversi organi, in particolare i reni, i polmoni e altri sistemi del corpo. Attualmente, la ricerca medica sta esplorando nuove opzioni terapeutiche attraverso studi clinici condotti in vari paesi europei.
Panoramica degli studi clinici disponibili
Attualmente sono disponibili 7 studi clinici che stanno valutando diversi approcci terapeutici per la vasculite ANCA-positiva. Questi studi includono:
- Terapie cellulari innovative con cellule CAR-T
- Studi sul mantenimento della remissione con farmaci immunosoppressori
- Confronto di diversi schemi di somministrazione dei corticosteroidi
- Valutazione di nuovi farmaci per proteggere la funzionalità renale
Studi clinici dettagliati
Studio su KYV-101, fosfato di fludarabina e ciclofosfamide monoidrato per pazienti con vasculite ANCA resistente al trattamento
Localizzazione: Germania
Questo studio pionieristico valuta una terapia innovativa con cellule CAR-T anti-CD19 per pazienti con vasculite associata agli ANCA che non risponde ai trattamenti convenzionali. La terapia CAR-T utilizza cellule immunitarie del paziente stesso, modificate in laboratorio per riconoscere e attaccare le cellule che causano l’infiammazione.
Lo studio include due fasi: la prima si concentra sulla sicurezza del trattamento, mentre la seconda valuta sia la sicurezza che l’efficacia. I pazienti devono avere una malattia attiva con un punteggio BVAS di almeno 3 e aver mostrato una risposta insufficiente o intolleranza a trattamenti precedenti come rituximab, micofenolato mofetile, azatioprina, metotrexato, ciclofosfamide o avacopan.
Il processo di trattamento prevede diverse fasi: raccolta delle cellule del sangue (leucaferesi), preparazione del corpo con farmaci immunosoppressori (linfodeplezione con fludarabina e ciclofosfamide), infusione delle cellule CAR-T modificate e un monitoraggio attento per identificare eventuali effetti collaterali. Il follow-up a lungo termine può durare fino a 15 anni per garantire la sicurezza del trattamento.
Studio sul mantenimento della remissione nella vasculite associata agli ANCA con prednisone e rituximab per pazienti in remissione da granulomatosi con poliangioite o poliangioite microscopica
Localizzazione: Francia
Questo studio si concentra sul mantenimento della remissione nei pazienti che hanno già ottenuto il controllo della malattia. L’obiettivo è determinare se continuare una bassa dose di prednisone (5 mg al giorno) insieme al rituximab sia più efficace rispetto all’interruzione del prednisone dopo un periodo breve.
Possono partecipare pazienti di età pari o superiore a 18 anni con diagnosi di granulomatosi con poliangioite (GPA) o poliangioite microscopica (MPA) che sono in remissione da almeno 12-36 mesi. I partecipanti devono avere un punteggio di attività della vasculite di Birmingham (BVAS) pari a 0, che indica l’assenza di sintomi attivi della malattia.
Lo studio ha una durata di 30 mesi, durante i quali i pazienti vengono monitorati regolarmente per valutare se rimangono liberi da riacutizzazioni della malattia. Vengono anche valutati gli effetti collaterali a lungo termine dei corticosteroidi, come i cambiamenti nella densità minerale ossea.
Studio sulla continuazione o interruzione della terapia immunosoppressiva con rituximab in pazienti con vasculite ANCA e malattia renale in stadio terminale
Localizzazione: Francia
Questo studio affronta una questione clinica importante: se i pazienti con vasculite ANCA che hanno sviluppato una malattia renale in stadio terminale (insufficienza renale grave che richiede dialisi) debbano continuare o interrompere la terapia immunosoppressiva. I farmaci studiati includono rituximab, azatioprina, prednisone e micofenolato mofetile.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano un’età compresa tra 18 e 90 anni, una diagnosi di GPA o MPA con coinvolgimento renale e una funzionalità renale gravemente compromessa (tasso di filtrazione glomerulare inferiore o uguale a 15 ml/min o necessità di dialisi per più di 60 giorni).
L’obiettivo principale è valutare il tempo che intercorre tra l’inizio dello studio e il primo evento grave (infezione grave, ricaduta maggiore della vasculite o decesso) in un periodo di follow-up di 24 mesi. Questo aiuterà i medici a capire se l’interruzione della terapia immunosoppressiva in questa popolazione specifica possa essere sicura e vantaggiosa.
Confronto tra somministrazione di prednisolone una volta al giorno rispetto a due volte al giorno sul controllo glicemico nei pazienti con vasculite associata agli ANCA
Localizzazione: Austria
Questo studio innovativo utilizza dispositivi di monitoraggio continuo della glicemia (CGM) per valutare se la somministrazione di prednisolone due volte al giorno invece che una volta al giorno possa migliorare il controllo dei livelli di zucchero nel sangue. I corticosteroidi come il prednisolone sono essenziali nel trattamento della vasculite ANCA, ma possono causare iperglicemia (alti livelli di zucchero nel sangue) come effetto collaterale.
I pazienti ricevono compresse di Aprednislon alla dose di 1 mg per chilogrammo di peso corporeo per un periodo di 14 giorni. Durante lo studio, indossano un dispositivo CGM che misura continuamente i livelli di glucosio nel sangue. L’obiettivo è mantenere la glicemia nell’intervallo target di 70-180 mg/dl.
Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 80 anni con diagnosi nuova o ricaduta di vasculite ANCA-associata che stanno attualmente assumendo Aprednislon. I partecipanti devono essere disposti a ricevere terapia insulinica se necessario durante lo studio. Vengono anche valutati la funzionalità renale, l’attività della malattia e la qualità della vita attraverso questionari specifici.
Studio sugli effetti di rituximab e ciclofosfamide in pazienti con vasculite ANCA
Localizzazione: Paesi Bassi
Questo studio confronta l’efficacia del rituximab da solo rispetto alla combinazione di rituximab e ciclofosfamide nel mantenere la remissione della vasculite ANCA. Lo studio si concentra su pazienti con granulomatosi con poliangioite (GPA) o poliangioite microscopica (MPA) che hanno un coinvolgimento di organi maggiori come reni, polmoni, cuore o sistema nervoso.
Entrambi i farmaci vengono somministrati per via endovenosa. Il rituximab è disponibile in concentrazioni di 100 mg e 500 mg, mentre la ciclofosfamide è fornita come polvere per soluzione da 500 mg. Il periodo di studio è di due anni, durante i quali viene valutato il numero di infusioni di rituximab necessarie per mantenere la remissione clinica.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano almeno 18 anni, una diagnosi clinica di GPA o MPA e un test positivo per anticorpi anti-PR3 o anti-MPO. Lo studio monitora anche parametri di sicurezza, eventi avversi, infezioni e qualità della vita attraverso questionari specifici per i pazienti.
Studio su rituximab e ciclofosfamide per il trattamento della vasculite associata agli ANCA in pazienti che cercano la remissione
Localizzazione: Polonia
Questo studio è suddiviso in due parti complementari. La prima parte confronta il trattamento combinato di rituximab e ciclofosfamide con la terapia standard con sola ciclofosfamide per indurre la remissione completa della malattia entro 26 settimane. La seconda parte valuta due diverse modalità di somministrazione del rituximab (sottocutanea o endovenosa) per il mantenimento della remissione fino a 104 settimane.
I pazienti idonei devono avere almeno 18 anni, una diagnosi di vasculite ANCA-associata (GPA o MPA) con alta attività di malattia (punteggio BVAS/WG di 3 o superiore) e un test positivo per anticorpi PR3-ANCA o MPO-ANCA. Prima dell’arruolamento, i pazienti devono interrompere altri farmaci immunosoppressori come micofenolato mofetile, azatioprina, metotrexato e leflunomide.
Lo studio include anche una componente di ricerca genetica per identificare fattori che potrebbero influenzare lo sviluppo della malattia e la risposta al trattamento. Il follow-up continua fino a febbraio 2028, permettendo una raccolta completa di dati sull’efficacia e la sicurezza a lungo termine dei trattamenti.
Studio sul pioglitazone per migliorare la salute renale nei pazienti con vasculite associata agli ANCA
Localizzazione: Francia
Questo studio valuta se l’aggiunta di pioglitazone alla terapia standard possa aiutare a ridurre il danno renale nei pazienti con vasculite ANCA-associata. Il pioglitazone è un farmaco normalmente utilizzato per controllare i livelli di zucchero nel sangue nel diabete, ma in questo studio viene testato per le sue potenziali proprietà protettive sui reni.
I pazienti ricevono pioglitazone sotto forma di compresse Actos da 30 mg per via orale, in aggiunta al trattamento standard che include glucocorticoidi e rituximab. Il periodo di trattamento dura sei mesi, seguito da un follow-up a lungo termine fino alla settimana 52.
Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 80 anni con diagnosi nuova o ricaduta di vasculite ANCA-associata che presentano proteinuria (alti livelli di proteine nelle urine), ematuria (sangue nelle urine) e una funzionalità renale stimata di almeno 15 mL/min/1,73 m². È richiesta una biopsia renale recente (nelle ultime 4 settimane) che confermi il coinvolgimento renale.
Durante lo studio vengono effettuate visite di follow-up alle settimane 4, 12, 26 e 52 per valutare la funzionalità renale, i livelli di proteine nelle urine, eventuali effetti collaterali e la qualità della vita dei pazienti.
Sintesi e osservazioni importanti
Gli studi clinici attualmente in corso sulla vasculite ANCA-positiva mostrano diverse tendenze importanti nella ricerca medica:
Approcci terapeutici innovativi: La terapia con cellule CAR-T anti-CD19 rappresenta un approccio completamente nuovo per i pazienti con malattia resistente ai trattamenti convenzionali. Questo tipo di immunoterapia cellulare potrebbe offrire nuove speranze per i pazienti che non rispondono alle terapie standard.
Ottimizzazione dei trattamenti esistenti: Diversi studi si concentrano sul perfezionamento dell’uso di farmaci già noti come rituximab e corticosteroidi. Questi studi mirano a trovare il giusto equilibrio tra efficacia terapeutica e riduzione degli effetti collaterali, ad esempio attraverso diverse modalità di somministrazione o dosaggi ottimizzati.
Personalizzazione della terapia: Gli studi stanno esplorando quando sia appropriato continuare o interrompere la terapia immunosoppressiva, specialmente in popolazioni specifiche come i pazienti con insufficienza renale terminale. Questo approccio personalizzato potrebbe migliorare sia l’efficacia che la sicurezza dei trattamenti.
Gestione degli effetti collaterali: La ricerca sta affrontando attivamente il problema degli effetti collaterali dei corticosteroidi, in particolare l’iperglicemia, attraverso strategie di somministrazione ottimizzate e monitoraggio continuo.
Protezione d’organo: L’uso di farmaci come il pioglitazone per proteggere specificamente i reni rappresenta un approccio complementare importante che va oltre il semplice controllo dell’infiammazione.
I pazienti interessati a partecipare a questi studi dovrebbero discutere con il proprio medico curante per valutare l’idoneità e comprendere appieno i potenziali benefici e rischi. La partecipazione a uno studio clinico può offrire accesso a terapie innovative non ancora disponibili al di fuori del contesto di ricerca, contribuendo al contempo all’avanzamento delle conoscenze mediche su questa malattia rara.















