Indice dei Contenuti
- Cos’è l’ACETATO DI SODIO (1-13C)?
- Comprendere la Carenza di OTC
- Informazioni sulla Sperimentazione Clinica
- Come viene Utilizzato l’ACETATO DI SODIO (1-13C)
- Chi Può Partecipare allo Studio?
- Progettazione e Procedure dello Studio
- Potenziali Benefici e Rischi
Cos’è l’ACETATO DI SODIO (1-13C)?
L’ACETATO DI SODIO (1-13C) è una forma speciale di acetato di sodio che contiene un tipo specifico di atomo di carbonio (carbonio-13). Non è un trattamento in sé, ma piuttosto uno strumento diagnostico utilizzato nella ricerca medica[1]. Questo composto viene impiegato in una sperimentazione clinica per studiare un raro disturbo genetico chiamato Carenza di Ornitina Transcarbamilasi (OTC).
Comprendere la Carenza di OTC
La Carenza di Ornitina Transcarbamilasi (OTC) è un raro disturbo genetico che influisce sulla capacità del corpo di metabolizzare le proteine[1]. Le persone affette da questa condizione mancano di un importante enzima che aiuta a rimuovere l’ammoniaca dal corpo. Di conseguenza, l’ammoniaca può accumularsi nel sangue, il che può essere molto pericoloso. La forma ad esordio tardivo della carenza di OTC, che è il focus di questo studio, tipicamente si manifesta più tardi nella vita e può variare in gravità.
Informazioni sulla Sperimentazione Clinica
La sperimentazione clinica che utilizza l’ACETATO DI SODIO (1-13C) fa parte di uno studio più ampio che indaga un potenziale trattamento di terapia genica per la carenza di OTC ad esordio tardivo[1]. Gli obiettivi principali di questo studio sono:
- Verificare se la terapia genica (chiamata DTX301) può migliorare la funzione dell’OTC e mantenere i livelli di ammoniaca nel sangue a livelli sicuri
- Valutare quanto bene funziona DTX301 nel trattamento della carenza di OTC
- Valutare la sicurezza di DTX301
- Comprendere come DTX301 influisce sulla salute generale dei pazienti con carenza di OTC
Come viene Utilizzato l’ACETATO DI SODIO (1-13C)
In questo studio, l’ACETATO DI SODIO (1-13C) viene somministrato come soluzione orale, il che significa che è un liquido che i pazienti bevono[1]. Viene utilizzato come tracciante, aiutando i ricercatori a monitorare determinati processi nel corpo. La dose giornaliera massima è di 50 millilitri, e la dose totale massima durante il periodo di studio è di 300 millilitri.
Questo composto non è un trattamento per la carenza di OTC. Invece, aiuta i ricercatori a misurare quanto bene il corpo sta processando certe sostanze, il che può fornire importanti informazioni su come sta funzionando la terapia genica.
Chi Può Partecipare allo Studio?
Lo studio sta cercando partecipanti che soddisfino determinati criteri[1]. Alcuni punti chiave includono:
- I pazienti devono avere 12 anni o più
- Devono avere una diagnosi confermata di carenza di OTC ad esordio tardivo
- Devono avere una storia di almeno un episodio di alti livelli di ammoniaca nel sangue
- Devono attualmente ricevere un trattamento per gestire la loro condizione
Ci sono anche diversi fattori che impedirebbero a qualcuno di partecipare, come l’aver subito un trapianto di fegato o certe altre condizioni mediche.
Progettazione e Procedure dello Studio
Lo studio è diviso in diverse fasi[1]:
- Periodo di Screening: Dura fino a 50 giorni e coinvolge vari test per determinare se una persona è idonea per lo studio.
- Periodo di Trattamento: Dura 64 settimane. I partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere la terapia genica (DTX301) o un placebo. Dopo 64 settimane, passano all’altro trattamento.
- Periodo di Follow-up: Continua per diversi anni dopo il trattamento per monitorare gli effetti a lungo termine e la sicurezza.
Durante lo studio, i partecipanti dovranno sottoporsi a vari test e procedure, inclusi esami del sangue, esami delle urine e questionari sulla loro salute e qualità della vita.
Potenziali Benefici e Rischi
Mentre i potenziali benefici della terapia genica in studio sono significativi, è importante notare che le sperimentazioni cliniche comportano anche dei rischi[1]. Lo studio è progettato per monitorare attentamente i partecipanti per eventuali effetti collaterali o reazioni avverse. L’uso dell’ACETATO DI SODIO (1-13C) come strumento diagnostico è generalmente considerato sicuro, ma come per qualsiasi procedura medica, potrebbero esserci alcuni rischi coinvolti.
È cruciale per chiunque stia considerando di partecipare a questa o a qualsiasi sperimentazione clinica discutere a fondo i potenziali rischi e benefici con il proprio medico curante e il team di ricerca.