Il linfoma a cellule T cutaneo recidivante è una forma rara di cancro che colpisce la pelle. Attualmente sono in corso studi clinici per testare nuovi trattamenti, tra cui terapie mirate come lacutamab e mogamulizumab, che offrono speranza ai pazienti che non hanno risposto alle terapie convenzionali.
Studi clinici in corso per il linfoma a cellule T cutaneo recidivante
Il linfoma a cellule T cutaneo (CTCL) recidivante rappresenta una sfida significativa nel campo dell’oncologia dermatologica. Quando la malattia ritorna dopo il trattamento o non risponde alle terapie standard, i pazienti necessitano di nuove opzioni terapeutiche. Attualmente sono disponibili 2 studi clinici che stanno valutando trattamenti innovativi per questa condizione, offrendo nuove prospettive ai pazienti che hanno esaurito le opzioni convenzionali.
Questi studi si concentrano principalmente su due sottotipi specifici di linfoma a cellule T cutaneo: la micosi fungoide e la sindrome di Sézary. Entrambe le condizioni iniziano con manifestazioni cutanee che possono progredire nel tempo, coinvolgendo in alcuni casi i linfonodi e altri organi interni.
Studi clinici disponibili
Studio di lacutamab da solo o in combinazione con chemioterapia per pazienti con linfoma a cellule T avanzato
Localizzazione: Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna
Questo studio clinico si concentra sul trattamento del linfoma a cellule T avanzato, inclusi sottotipi specifici come il linfoma a cellule T cutaneo e la micosi fungoide. Il trattamento sperimentale si chiama lacutamab (noto anche con il codice IPH4102), un anticorpo monoclonale progettato per riconoscere e attaccare le cellule tumorali in modo mirato.
L’obiettivo principale dello studio è valutare l’efficacia di lacutamab quando viene somministrato da solo o in combinazione con la chemioterapia. Il farmaco viene somministrato tramite infusione endovenosa, ovvero direttamente in vena. Durante il periodo di studio, i ricercatori monitoreranno attentamente la risposta dei pazienti al trattamento, valutando sia l’efficacia che la sicurezza.
Criteri di inclusione principali:
- Pazienti con sindrome di Sézary (SS) in stadio IVA o IVB che hanno ricevuto almeno due trattamenti precedenti
- Pazienti con micosi fungoide (MF) in stadio IB, IIA, IIB, III o IV che hanno ricevuto almeno due trattamenti precedenti
- Età minima di 18 anni
- Capacità di fornire almeno un campione di pelle per analisi
- Stato di performance di 2 o inferiore (capacità di svolgere attività quotidiane con un certo aiuto)
- Periodo di sospensione di almeno 3 settimane dall’ultimo trattamento sistemico
- Valori ematici, epatici e renali entro limiti accettabili
- Per le donne in età fertile, test di gravidanza negativo e utilizzo di contraccettivi efficaci
Criteri di esclusione:
- Altri tipi di cancro non correlati ai linfomi a cellule T studiati
- Infezioni gravi non controllate
- Problemi cardiaci significativi
- Gravidanza o allattamento
- Storia di reazioni allergiche gravi a trattamenti simili
- Malattie autoimmuni o problemi epatici o renali gravi
Lo studio valuterà anche l’impatto del trattamento sulla qualità di vita dei pazienti, monitorando i sintomi e conducendo controlli sanitari regolari. Alcuni partecipanti potrebbero ricevere un placebo per confrontare gli effetti di lacutamab.
Studio sulla sicurezza di mogamulizumab per pazienti con micosi fungoide o sindrome di Sézary recidivante o refrattaria
Localizzazione: Francia, Spagna
Questo studio clinico si concentra sulla valutazione della sicurezza e della tollerabilità di mogamulizumab (noto anche come KW-0761 e AMG 761) in pazienti con forme specifiche di linfoma a cellule T cutaneo: la micosi fungoide e la sindrome di Sézary. Questi sono tipi rari di cancro che colpiscono principalmente la pelle.
Il farmaco viene somministrato tramite infusione endovenosa ogni quattro settimane per un periodo fino a 24 settimane. Lo studio è rivolto a pazienti la cui malattia è ritornata o non ha risposto ai trattamenti precedenti. Mogamulizumab è un anticorpo monoclonale che agisce prendendo di mira una proteina specifica sulla superficie di alcune cellule immunitarie, aiutando il sistema immunitario del corpo ad attaccare e distruggere le cellule tumorali.
Criteri di inclusione principali:
- Età di 18 anni o superiore
- Diagnosi confermata di micosi fungoide o sindrome di Sézary
- Almeno un trattamento precedente che non ha funzionato (come interferone, bexarotene o chemioterapia)
- Stato di performance di 0 o 1 (completamente attivo o con alcuni sintomi ma in grado di svolgere lavori leggeri)
- Valori ematici, epatici e renali adeguati
- Per pazienti precedentemente trattati con alcuni anticorpi, conta delle cellule CD4+ di almeno 200/mm³
- Per le donne in età fertile, test di gravidanza negativo e uso di metodi contraccettivi efficaci durante lo studio e per 6 mesi dopo l’ultima dose
Criteri di esclusione:
- Presenza di un tipo diverso di cancro
- Trattamenti oncologici in corso che potrebbero interferire con il farmaco dello studio
- Infezione grave non ben controllata
- Storia di reazioni allergiche gravi a farmaci simili
- Gravidanza o allattamento
- Altre condizioni mediche che potrebbero rendere non sicura la partecipazione
Durante lo studio, i ricercatori monitoreranno attentamente i partecipanti per eventuali effetti collaterali e cambiamenti nello stato di salute, includendo esami di laboratorio e visite mediche regolari. L’obiettivo è raccogliere informazioni importanti su come l’organismo risponde a mogamulizumab e comprenderne gli effetti sul cancro. Lo studio prevede di concludersi entro il 30 settembre 2025.
Comprendere il linfoma a cellule T cutaneo
Il linfoma a cellule T cutaneo (CTCL) è un tipo di cancro che inizia nelle cellule T, componenti essenziali del sistema immunitario, e colpisce principalmente la pelle. La malattia si manifesta tipicamente con chiazze, placche o tumori cutanei che possono causare prurito e arrossamento. Nel tempo, la malattia può progredire coinvolgendo i linfonodi, il sangue e gli organi interni.
I due sottotipi principali sono:
Micosi fungoide – Inizia tipicamente con lesioni cutanee che possono evolvere in tumori. La progressione è spesso lenta, con alcuni pazienti che sperimentano solo sintomi cutanei lievi per molti anni. Le manifestazioni iniziali includono chiazze rosse, squamose e pruriginose sulla pelle che possono ispessirsi nel tempo formando placche o, negli stadi più avanzati, tumori.
Sindrome di Sézary – È una forma rara caratterizzata dalla presenza di cellule T cancerose nel sangue sin dall’inizio. Si presenta tipicamente con arrossamento cutaneo diffuso, prurito intenso e desquamazione, insieme a linfonodi ingrossati. A differenza della micosi fungoide, la sindrome di Sézary coinvolge sia la pelle che il sangue fin dall’esordio e può causare notevole disagio dovuto ai sintomi cutanei.
La progressione del CTCL può variare significativamente tra gli individui, con alcuni pazienti che sperimentano una progressione lenta e altri cambiamenti più rapidi. Quando la malattia recidiva o non risponde ai trattamenti standard, diventa fondamentale esplorare nuove opzioni terapeutiche attraverso studi clinici.
I trattamenti sperimentali
Lacutamab (IPH4102) è un anticorpo monoclonale che rappresenta una forma di terapia oncologica mirata. A livello molecolare, funziona legandosi a un recettore specifico sulla superficie delle cellule tumorali, aiutando il sistema immunitario a identificare e distruggere queste cellule. Attualmente è in fase sperimentale e viene studiato nei trial clinici per la sua efficacia nel trattamento dei linfomi a cellule T avanzati, inclusi sottotipi specifici come la sindrome di Sézary e la micosi fungoide.
Mogamulizumab è anch’esso un anticorpo monoclonale che agisce prendendo di mira una proteina specifica sulla superficie di determinate cellule immunitarie. Questo meccanismo aiuta il sistema immunitario del corpo ad attaccare e distruggere le cellule cancerose in modo più efficace. Il farmaco viene somministrato tramite infusione endovenosa, tipicamente ogni quattro settimane, e viene studiato per la sua sicurezza ed efficacia nel trattamento del linfoma a cellule T cutaneo recidivante o refrattario.
Considerazioni per i pazienti
Partecipare a uno studio clinico è una decisione importante che richiede un’attenta valutazione. Prima di aderire, i pazienti devono:
- Discutere approfonditamente con il proprio oncologo le opzioni disponibili
- Comprendere i potenziali benefici e rischi del trattamento sperimentale
- Valutare la disponibilità a rispettare il programma di visite e controlli richiesti
- Considerare la distanza dai centri clinici dove si svolgono gli studi
- Essere informati sui propri diritti come partecipanti alla ricerca
Tutti gli studi clinici richiedono il consenso informato, un documento che garantisce che il paziente comprenda lo studio e accetti volontariamente di parteciparvi. Durante tutto lo studio, i pazienti sono monitorati attentamente per garantire la loro sicurezza e il loro benessere.
Sintesi
I due studi clinici attualmente disponibili per il linfoma a cellule T cutaneo recidivante rappresentano importanti opportunità per i pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche standard. Entrambi gli studi si concentrano su terapie mirate basate su anticorpi monoclonali, un approccio che mira a colpire specificamente le cellule tumorali risparmiando le cellule sane.
Lo studio su lacutamab offre l’opportunità di testare il farmaco sia in monoterapia che in combinazione con chemioterapia, ed è disponibile in diversi paesi europei tra cui l’Italia. Lo studio su mogamulizumab si concentra principalmente sulla valutazione della sicurezza e tollerabilità del farmaco in pazienti con micosi fungoide o sindrome di Sézary.
È importante notare che entrambi gli studi richiedono che i pazienti abbiano ricevuto almeno uno o due trattamenti precedenti, riflettendo il focus su forme di malattia recidivante o refrattaria. I criteri di inclusione ed esclusione sono progettati per garantire la sicurezza dei partecipanti e l’affidabilità dei risultati dello studio.
Per i pazienti interessati, il primo passo è discutere queste opportunità con il proprio medico curante, che potrà valutare l’idoneità e fornire ulteriori informazioni sui centri clinici partecipanti e sulle modalità di arruolamento.











